Come dovrebbe funzionare l’attività pastorale nelle parrocchie multilingui? Come dovrebbero essere animate le celebrazioni per soddisfare le esigenze delle diverse lingue e culture? Sono domande che sorgono sempre più spesso in molte parrocchie della Chiesa di Bolzano-Bressanone, soprattutto dove si incontrano persone di lingua tedesca, italiana o ladina. Per rispondere a queste sfide, sulla base delle indicazioni del Sinodo diocesano è stato creato un gruppo di lavoro impegnato a rafforzare la coesistenza dei gruppi linguistici nella Chiesa.
Nel 2019 una delegazione della diocesi carinziana di Gurk-Klagenfurt, dove vive una minoranza slovena, ha visitato la diocesi altoatesina per approfondire le questioni comuni in tema di bilinguismo e multilinguismo. La visita degli altoatesini in Austria, prevista nel 2020 ma rimandata causa pandemia, è stata recuperata nei giorni scorsi: la delegazione composta da Carmen Seebacher (parrocchia Cristo Re/Bolzano), Fabio Righetti (parrocchia San Giacomo/Bolzano), Giuseppe Ganarini (referente diocesano per le parrocchie), Reinhard Demetz (direttore dell’Ufficio pastorale), Benedetta Michelini (casa di formazione diocesana Accademia Cusanus e Ufficio scuola e catechesi) e Günther Rautz (Istituto per i diritti delle minoranze, Eurac) ha incontrato in Carinzia il vescovo Josef Marketz e una rappresentanza della sezione slovena dell’Ufficio pastorale e ha visitato le parrocchie bilingui di Bleiburg/Pliberk, Feistritz/Bistrica, Ludmannsdorf/Bilčovs, Ebriach/Obirsko e la casa di formazione diocesana Sodalitas a Tainach/Tinje.
Il vescovo Marketz, egli stesso sloveno di Carinzia, ha sottolineato che la convivenza richiede tolleranza. È fondamentale che i giovani possano svilupparsi liberamente e avere prospettive per il futuro, indipendentemente da madrelingua e gruppo etnico. Il rispetto per la dignità di ogni individuo e il rispetto reciproco sono gli elementi più importanti del vivere assieme.
Al termine della visita, il direttore dell’Ufficio pastorale Reinhard Demetz sottolinea che la tutela della minoranza resta ancora la grande sfida per il gruppo linguistico sloveno di Carinzia rispetto all’Alto Adige. “In Carinzia la tutela delle minoranze è agli inizi. Ma dalla Carinzia possiamo imparare buone pratiche nella convivenza vissuta in modo naturale nei consigli parrocchiali, nelle celebrazioni liturgiche e nella vita parrocchiale in generale: in questi ambiti in Alto Adige abbiamo ancora margini di miglioramento”.