Prenderanno il via lunedì 9 maggio le prime attività del nuovo progetto “Attivo il mio tempo: un pensionamento generAt(t)ivo”, promosso da Csv Belluno-Treviso con i Coordinamenti del volontariato e le associazioni del territorio trevigiano e bellunese. Si tratta di iniziative promosse per incentivare l’invecchiamento attivo e la cultura del volontariato, combattendo i fenomeni di marginalità e fragilità, per una maggiore inclusione sociale dei cittadini in fase di pensionamento o pensionati, veri protagonisti nella costituzione di comunità più solidali e vicine al prossimo.
In programma un ciclo di 10 incontri pubblici dedicati (equamente suddivisi tra trevigiano e bellunese) nell’ambito della co-progettazione finanziata dalla Regione del Veneto e realizzata in collaborazione con la Camera di Commercio Treviso-Belluno e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil delle due province.
Con il progetto “Attivo il mio tempo”, si legge in una nota, le persone potranno conoscere le realtà associative del proprio territorio attraverso l’esperienza di chi è già volontario e scoprire cosa poter fare, accedere a uno sportello di orientamento dedicato, partecipare ad attività formative specifiche per diventare volontari, come quelle proposte da Università del Volontariato. Una volta prescelto uno tra i diversi ambiti operativi – anziani, disabili, minori, ambiente, povertà – il percorso prevede poi l’ingresso in un’Associazione di Volontariato per entrare o tornare a far parte di una delle tante realtà sociali del proprio territorio, aiutare chi è più in difficoltà rimanendo attivi e continuando a mettere a frutto le proprie passioni e abilità.
“La pandemia ha evidenziato quanto sia importante il ruolo e la qualità della vita delle generazioni più anziane per la coesione e la tenuta del nostro sistema sociale”, afferma Alberto Franceschini, presidente del Csv Belluno-Treviso. “Il progressivo invecchiamento della popolazione – aggiunge – ci pone davanti a sfide che vanno affrontate con urgenza e in sinergia con tutti gli attori nel territorio. Avere anziani più attivi, indipendenti e autonomi significa migliorare non solo la loro qualità della vita e delle loro famiglie, ma il benessere della collettività”.