Migranti: per la pandemia drastico calo degli ingressi in Italia (-40%)

Le restrizioni alla mobilità delle persone, introdotte per contrastare il diffondersi del virus Sars-Cov-2 a livello globale, hanno determinato un drastico calo degli ingressi di migranti in Italia, 106.503 nel 2020, ovvero 70.751 in meno dell’anno precedente, con una flessione pari al 40%. La riduzione è netta per tutte le principali comunità straniere. È uno dei dati che emergono dai Rapporti annuali dedicati alle comunità migranti in Italia, curati dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali – Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di Anpal Servizi spa.
Per la maggior parte delle nazionalità il principale motivo di ingresso nel Paese sono stati i motivi familiari, che raggiungono l’incidenza massima, superiore all’80%, per Sri Lanka (89%), Marocco (85,4%), Filippine (84,3%) ed Ecuador (80%). Fanno eccezione a tale dinamica la comunità cinese, con una quota pari al 50% di ingressi per studio, e la pakistana, che vede prevalere come motivazione di ingresso la richiesta o detenzione di una forma di protezione. L’India è invece l’unica comunità a fare rilevare una quota di nuovi titoli di soggiorno rilasciati per motivi di lavoro superiori alla media complessiva: 16,5% a fronte di 5,3%.
I cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia al 1° gennaio 2021 erano 3.373.876, provenienti principalmente da Marocco, Albania, Cina e Ucraina (complessivamente il 38% delle presenze). Le altre comunità più numerose sono quelle bangladese, ecuadoriana, egiziana, filippina, indiana, moldava, nigeriana, pakistana, peruviana, senegalese, srilankese e tunisina. Si è registrato un equilibrio di genere quasi perfetto (uomini 50,5%, donne 49,5%), con significative differenze tra le comunità.
I Rapporti confermano che la popolazione extra Ue in Italia è decisamente più giovane di quella italiana: i minori sono 744.302, ovvero il 22,1% della popolazione non comunitaria, a fronte del 16,2% rilevato sulla popolazione di cittadinanza italiana. La quota di minori risulta massima per le comunità marocchina (28,8%), egiziana (34,1%) e tunisina (28,5%).

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