Community shopping: Rivoltella (Cremit), alleanza tra scuola e grande distribuzione”

“Da una parte vi è una grande e insospettabile sensibilità della grande distribuzione nei confronti della dimensione dell’impegno sociale per la comunità, dall’altra i risultati indicano una grande capacità della scuola di utilizzare queste opportunità ai fini di una dotazione sempre più all’altezza della contemporaneità. Un’alleanza tra la scuola e la grande distribuzione che si è dimostrata essere interessante da rilanciare”. Lo ha detto Pier Cesare Rivoltella, direttore del Centro di ricerca sull’educazione ai media, all’innovazione, alla tecnologia (Cremit) dell’Università Cattolica, intervenendo oggi pomeriggio all’incontro “Community shopping. Retail, responsabilità sociale e sostegno alla scuola”.
Community shopping è il titolo di una ricerca, di un volume pubblicato dall’editrice morcelliana Scholé e di un convegno che oggi in Università Cattolica si è tenuto proprio per dare comunicazione dei risultati della ricerca. “Il tema è quello del rapporto tra la scuola e il mercato – ha aggiunto -. Un tema molto controverso che, nel nostro Paese, ha spesso generato atteggiamenti di insofferenze e di esclusione della scuola nei confronti del mercato e che invece probabilmente va affrontato secondo una nuova prospettiva, quella di collaborazione e alleanza”.
Il docente indica “lo spirito e l’atteggiamento di fondo che ha portato a ragionare sui community programs di tre marchi della grande distribuzione nel nostro Paese”. “Questi community programs sono dei programmi di responsabilità sociale dell’impresa noti al grande pubblico perché consistono nella raccolta di bollini che possono essere convertiti nella grande tecnologia e materiali didattici che la grande distribuzione regala alle scuole”. Il risultato è stato “un’analisi in profondità delle scelte di mercato della grande distribuzione”. “Siamo andati a intervistare lo staff dirigenziale e siamo andati poi a intervistare dirigenti e insegnanti di due scuole tra le tante raggiunte dall’iniziativa che abbiamo eletto a veri e propri casi di studio”, racconta il docente.

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