Belgio: vescovi, crisi ucraina non spenga l’attenzione verso gli immigrati irregolari. “Anche loro sognano e meritano un destino più giusto”

“A tutti coloro che oggi si stanno mobilitando per accogliere e sostenere i rifugiati, lanciamo questo appello: non dimenticate gli immigrati irregolari, senza permesso di soggiorno. Anche se invisibili, fanno parte della nostra società e meritano un destino più giusto dell’oblio in cui sono lasciati”. È l’appello lanciato oggi dai vescovi del Belgio accompagnato da un video messaggio registrato a nome di tutti da mons. Lode Van Hecke e mons. Jean-Pierre Delville, responsabili per la diaconia della Conferenza episcopale. I vescovi lodano gli slanci di generosità che anche il popolo belga ha dimostrato in questi mesi per i rifugiati ucraini ma denunciano un rischio: “Questa luce improvvisamente riservata alle vittime di questa violenza tiene indebitamente nell’ombra altri gruppi di fratelli e sorelle. Si pensi, ad esempio, alla percentuale della popolazione belga qualificata come ‘stranieri senza documenti’. Anche se il loro percorso di vita, la loro nazionalità, la loro strategia di sopravvivenza sono molto diversi, condividono lo stesso sogno: essere riconosciuti dal Belgio, poter studiare o lavorare legalmente… e pagare le tasse. Queste persone fanno quindi parte della nostra società. Vanno a scuola, lavorano, sono attivi nella vita comunitaria. Eppure il Belgio li ignora. Li rimprovera di essere entrati illegalmente nel suo territorio e usa solo il linguaggio del rimpatrio, ‘volontario se possibile, forzato se necessario’”. I vescovi parlano addirittura di “condizioni di sopravvivenza e di precarietà che sfidano ogni dignità umana” e lanciano quindi un appello: “È urgente attuare misure di pura umanità che garantiscano a tutti un reale accesso alle prestazioni sociali e ai servizi di base (alloggio, assistenza sanitaria, istruzione, assistenza legale, sostegno sociale)”. E incalzano: “Al di là dell’emergenza umanitaria, è essenziale fornire risposte strutturali alla sfida della società, che è quella di accogliere con dignità la diversità. Chiediamo l’attuazione di una serie di misure per spezzare il circolo vizioso che il nostro Stato crea costringendo, attraverso il suo atteggiamento intransigente – anche dogmatico –, sempre più persone a vivere in situazione irregolare, e quindi con più insicurezza e disperazione”. Sono 150mila, l’uno per cento della popolazione, gli immigrati in Belgio senza permesso di soggiorno. I vescovi chiedono in particolare la revisione della procedura di regolarizzazione ma “non si fanno illusioni: un chiarimento del quadro giuridico, la creazione di nuovi status di soggiorno o anche regimi di protezione speciale non potranno mai superare il soggiorno irregolare se non saranno accompagnati da un approccio innovativo, umano ed efficace nei confronti delle persone che ricevono un ordine di lasciare il territorio. Questi ultimi devono essere considerati attori essenziali nella ricerca di una soluzione al loro progetto migratorio. Questo è il primo passo per riconoscere la loro dignità”.

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