“Il terremoto è una delle ‘malattie’ della terra. Una ‘malattia’ che non ha diviso le persone ma ha creato una profonda solidarietà tra coloro che hanno avuto il coraggio di ricostruire insieme, rimboccandosi le maniche. Occorre sporcarsi le mani con la terra, e guardare al cielo come avete fatto voi, per chiedere di avere ancora più forza per rialzarsi”. Con queste parole ieri pomeriggio a San Giacomo Roncole (Mirandola), nell’area esterna della parrocchia, mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, si è rivolto alle tante persone che hanno partecipato alla celebrazione in memoria delle 28 vittime del sisma del 2012, nel decimo anniversario della ricorrenza.
“Qui sulla terra – ha proseguito l’arcivescovo – ci sono virus, guerre, violenze, ingiustizie, fame, sete e anche il terremoto. Qui tutto è complicato, per questo la tentazione è quella di alzare gli occhi al cielo nel tentativo di evadere. Ma l’evasione è un’illusione, un meccanismo di autodifesa; occorre invece guardare la terra e, come detto, immergere le mani nella terra per poi poter alzare gli occhi al cielo con la speranza, e non l’illusione, che si possa ripartire – ha sottolineato mons. Castellucci guardando al campanile della Chiesa ancora transennato –. Questa deve essere la certezza alla base di ogni ricostruzione, compresa quella del cuore umano”. Al termine della celebrazione, il vescovo si è diretto verso la Stele Memoriale del sisma del 2012, fatta erigere dalla diocesi di Carpi, per iniziativa dell’allora vescovo Francesco Cavina, e inaugurata il 27 maggio 2016: una struttura composta da 28 piatti in acciaio, di colore brunito, slanciati verso il cielo e spezzati ad altezze differenti, per indicare le diverse età, le provenienze e le fedi delle 28 vittime del sisma. Innanzi al memoriale è stato deposto un mazzo di fiori in omaggio alle vittime, mentre venivano letti, uno ad uno, i nomi delle persone morte a causa del sisma. Davanti al monumento, si fermò a pregare Papa Francesco il 2 aprile 2017, al termine della sua visita pastorale a Carpi e a Mirandola, prima di ripartire per la Città del Vaticano.