“Non ho mai avuto mandato di prelevare un centesimo dai fondi della Segreteria di Stato, sui quali non c’era nessun vincolo di destinazione”. A dichiararlo è stato il finanziere Enrico Crasso, di cui è cominciato l’interrogatorio durante la diciottesima udienza del processo in corso in Vaticano sugli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra. L’udienza odierna – ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi nell’Aula polifunzionale dei Musei vaticani – è durata dalle 9.15 alle 17.40, con alcune brevi pause. “In tutto quel periodo, non ci sono mai stati rendimenti negativi”, ha precisato l’imputato, che deve rispondere tra l’altro di peculato, corruzione, estorsione, riciclaggio, truffa, abuso d’ufficio. Interrogato sul suo ruolo in Segreteria di Stato, di cui è stato consulente finanziario dal 1993, Crasso ha affermato di non aver “mai ricevuto alcun incarico formale”. Il suo compito, ha precisato, consisteva nel fare “fondi di investimento, non speculazione”, in quanto la Santa Sede “non poteva fare investimenti speculativi, ad alto rischio”. Crasso ha inoltre ribadito: “Non potevo muovere un centesimo della Segreteria di Stato, né ero io il depositario finale dei contratti”.