Diocesi: Milano, museo e chiostri di sant’Eustorgio, firmato protocollo d’intesa per il riallestimento. Mons. Delpini, “rilancio della nostra identità”

(Foto Diocesi di Milano)

È stato firmato oggi, nella sede del Museo diocesano “Carlo Maria Martini” a Milano, il protocollo d’intesa tra arcidiocesi, Regione Lombardia, Comune di Milano e Istituto per il credito sportivo per il riallestimento dello stesso Museo diocesano e dell’attiguo complesso monumentale dei Chiostri di Sant’Eustorgio. Erano presenti l’arcivescovo mons. Mario Delpini, il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, in rappresentanza del Comune di Milano, l’assessore alla cultura, Tommaso Sacchi, e il presidente dell’Istituto per il credito sportivo, Andrea Abodi. Nel protocollo, finalizzato alla realizzazione del progetto, nonché delle azioni di comunicazione e primo avvio operativo del Polo museale stesso, si afferma che “è interesse della Regione Lombardia e del Comune di Milano la migliore rappresentazione della storia della Chiesa ambrosiana che è nel contempo storia della città di Milano, capitale della Lombardia, avvalorando la necessità di un percorso, narrativo e iconografico, tale da esprimere questo profondo e continuo rispecchiamento tra le vicende religiose e quelle definibili come ‘civili’”. Inoltre, “è interesse dell’Istituto per il credito sportivo svolgere […] il ruolo di advisor per la strutturazione ed organizzazione delle attività volte al finanziamento del progetto di riallestimento”.
Mons. Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura, ha spiegato senso e obiettivi dell’intesa. “Intendiamo rileggere tutto il cammino compiuto sino ad oggi come un percorso unitario, prendendo spunto dal Museo diocesano espressamente voluto e inaugurato dal card. Martini e al tempo stesso ridando valore a tutto il complesso architettonico dei Chiostri, che la tradizione cristiana ci consegna già come un tesoro capace di stupire. Ora un unico grande progetto intende fare tesoro di tutti questi aspetti, presentandosi alla città di Milano, alla Lombardia, ai loro abitanti e visitatori, agli antichi e nuovi italiani, come un grande racconto, quello della storia della fede ambrosiana”.
Mons. Bruno Marinoni, Moderator Curiae e vicario episcopale per gli affari generali, ha delineato i passi che permetteranno la realizzazione del progetto. “Non possiamo esporci sui valori in gioco senza un progetto più preciso, ma certamente si parla di diversi milioni di euro per la riqualificazione dell’immobile, il suo efficientamento energetico e l’allestimento museale. Alcuni degli interlocutori seduti a questo tavolo ci aiuteranno al reperimento di parte della spesa”.
Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, ha dichiarato: “Il restauro, la valorizzazione del complesso architettonico e la fruizione museale consentiranno non solo di percorrere la storia della Chiesa ambrosiana, ma soprattutto di farla conoscere sotto un profilo diverso, attraverso lo spirito che l’ha sostenuta, i suoi protagonisti, i loro pensieri, i loro esempi di vita. Quello che più mi attrae del progetto è che questo Museo non sarà più solo luogo di memoria, racconto e ricordo, ma diventerà sede di incontro, conoscenza, esperienza”.
Mons. Mario Delpini ha concluso: “È sicuramente un grande impegno per la diocesi, il percorso che oggi iniziamo. Ma lo riteniamo un impegno fruttuoso per tutta la comunità ambrosiana, e non soltanto per i cristiani. Il periodo di pandemia da cui stiamo uscendo ha messo in luce tante domande e tante fragilità che il ritmo di vita tipico delle nostre società tecnologiche e secolarizzate era riuscito a mascherare. La pandemia, con il riaffacciarsi così imponente della morte sulla scena della vita, e con il disfacimento di tanti legami e di tante ritualità che nutrivano e sostenevano il senso della vita, ci ha reso tutti più poveri. La ristrutturazione dei Chiostri di sant’Eustorgio e il riallestimento del Museo diocesano vogliono essere un contributo al rilancio della nostra identità e dei nostri legami. Di cultura, di bellezza, di trascendenza abbiamo tutti bisogno, per poter continuare ad essere quel popolo ambrosiano laborioso e previdente, capace di guardare al futuro, facendosi carico di ogni povertà incontrata, per immaginare un mondo inclusivo, in cui tutti si possano riconoscere e trovare motivi e ingredienti che sazino la nostra sete di felicità, di bene per tutti”.

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