(Da Cracovia) “Con la guerra sono tornati ad essere amici, fratelli. Prima i due popoli erano nemici, non si guardavano. I polacchi hanno aperto le loro case e non solo il governo si è prodigato per gli aiuti. Una vera e propria gara di solidarietà per ospitare donne e bambini. Questi arrivano alla frontiera spesso senza nulla. Oggi in Polonia ci sono 2,7 milioni di profughi ucraini”. Il riavvicinamento tra polacchi e ucraini è, nelle parole del card. Stanislao Dziswisz, arcivescovo emerito di Cracovia, “il paradossale frutto della guerra” scoppiata 69 giorni fa con l’invasione russa dell’Ucraina. In una intervista rilasciata al Sir, a margine di un viaggio di solidarietà di Acs in Ucraina, il cardinale rivela che “a Cracovia un quarto della popolazione e ucraina. Nessuno avrebbe mai immaginato lo scoppio di un nuovo conflitto. Sopratutto dopo la Seconda guerra mondiale. Quello che stiamo vedendo è un conflitto terribile, feroce”. Il cardinale ricorda gli appelli continui alla pace di San Giovanni Paolo II, di cui fu per anni segretario particolare, “era un uomo di grande forza fisica, morale e spirituale. Fece udire la sua voce contro la guerra tra Cile e Argentina, tra Inghilterra e Argentina. Mandò due cardinali suoi emissari negli Usa e in Iraq per evitare lo scoppio della guerra ma non fu ascoltato. Ripeteva sempre che la guerra non risolve niente, peggiora la situazione”. Purtroppo, aggiunge, “la situazione sul terreno non aiuta l’azione papale oggi. Pensiamo a cosa ha detto il patriarca di Mosca, Kirill, riguardo all’Occidente, ‘uno scandalo, drogati, omosessuali’. È dura ascoltare queste prese di posizione. Kirill non vuole sentire”. A fronte di questa situazione diventa sempre più difficile un viaggio di Papa Francesco in Russia per incontrare Putin, come ribadito nella intervista al Corriere della Sera. Possibile invece un viaggio in Polonia, invitato dal premier Duda. In Polonia, adesso, potrebbe incontrare i due popoli, polacco e ucraino. “Il nostro governo – ci tiene a ribadire il cardinale – fa molto anche per le nostre famiglie, le sostiene anche economicamente, così che possano crescere bene”.”Non so se il papa verrà in Polonia- chiosa il porporato – è un affare che riguarda la diplomazia vaticana, la migliore al mondo”. Il porporato si è anche soffermato sulla vicenda che lo ha visto prima sotto accusa per aver coperto presunti abusi sessuali, poi scagionato dalla Commissione vaticana istituita ad hoc: “hanno voluto colpire me per colpire San Giovanni Paolo II. Ho insistito perché si formasse quella Commissione. Non potevano colpire lui hanno voluto colpire i suoi collaboratori. La Commissione ha parlato con chiunque inerente al caso senza trovare nulla”.