Anziani, giovani, morti sul lavoro e violenza sulle donne. Sono queste le “priorità” per la Chiesa italiana, individuate nel corso dell’ultima Assemblea della Cei, che si è conclusa oggi a Roma. Ad illustrarle è stato il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, facendo notare che “la Caritas è estremamente preoccupata per il problema degli anziani”, soprattutto in ambiti come “l’aiuto e l’assistenza domiciliare, il supporto medico e tanto disagio abitativo”, che prima la pandemia e poi la guerra ha messo a dura prova. Ci sono poi “le fragilità dei giovani e le malattie relazionali”, che secondo il cardinale spingono a “potenziare i centri estivi e i doposcuola”. A provocare “grandi sofferenze” sono inoltre le morti sul lavoro e la violenza sulle donne, “che la povertà amplifica ulteriormente”. “In questa pandemia per la guerra è importante l’impegno per la pace”, ha ribadito il presidente della Cei: “bisogna accogliere la grande sfida della durata: molti stanno cercando di tornare in Ucraina, ma parecchi rimangono”. La guerra in atto nel cuore dell’Europa, inoltre, per Zuppi “non deve farci dimenticare gli altri pezzi di guerra nel mondo, come in Afghanistan o in Libia, che richiedono risposte”. Per quanto riguarda il versante internazionale, durante l’assise di questi giorni i vescovi hanno caldeggiato l’adesione al Trattato Onu per la messo al bando delle armi nucleari, che l’Italia non ha ancora firmato. “Faremo il possibile”, ha garantito il presidente della Cei. “Mentre leggiamo titoli di giornali che riportano in prima pagina la guerra nucleare, l’adesione al trattato Onu sarebbe importante per non abituarci a ritornare ad ipotesi che fanno perdere la consapevolezza su come è nata l’Europa: su tanta difesa di diritti e su una generazione che ha vissuto il nucleare e sa cosa significa. Se c’è una cosa che dobbiamo imparare dalle pandemie, è farne motivo di cambiamento: dobbiamo essere migliori, altrimenti si è peggiori”.