“Ormai tre anni or sono, il 13 maggio 2019, con la lettera ‘Mezzanotte del Mezzogiorno?’ i vescovi della Metropolia beneventana davano avvio a un percorso che ha condotto infine alla giornata odierna, non senza vedere protagonisti anche molti altri vescovi di diocesi appartenenti a varie regioni del Paese: ne ho tracciato le fasi essenziali nell’introduzione al volume ‘Dove la vita non vuole morire. Per una pastorale delle Aree interne’, edito dalla San Paolo e fresco di stampa. Nella sua prefazione, il card. Gualtiero Bassetti afferma: ‘La Conferenza episcopale sostiene questo cammino, che vuol essere anche uno specifico contributo alla crescita globale del Paese'”. Lo ha ricordato, oggi pomeriggio, mons. Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, aprendo i lavori del terzo Forum delle aree interne, promosso da Unipace e dai “vescovi per le aree interne”, nel capoluogo sannita.
“È in questo spirito che diamo ora inizio ai lavori del nostro Forum” sul tema “Mobilità veloce e suolo lento. Un ponte per le aree interne”, ha chiarito il presule, che ha ribadito: “Come vescovi intendiamo anzitutto promuovere un metodo e offrire opportunità formative a quanti sono impegnati nella gestione della cosa pubblica o sono in procinto di farlo, e in maniera specifica a coloro che sono chiamati a operare in zone interne, affinché promuovano un’azione idonea a sostenere soprattutto i giovani intenzionati a restare nella propria terra d’origine”.
L’arcivescovo ha evidenziato: “Nostro primo obiettivo è puntare a superare campanilismi ed egoismi territoriali in una visione incentrata sul bene comune e con una convergenza di obiettivi: siamo infatti pochi e con pochi mezzi a disposizione; dobbiamo inoltre fare i conti con l’aggravamento evidente delle condizioni di emarginazione e di isolamento, anche politico, delle nostre aree e con la mancanza di infrastrutture. Per questo perseverare in campanilismi ed egoismi territoriali vorrebbe dire stringersi da soli il cappio intorno al collo: chi persevera in tale politica o è incapace di vedere oltre il proprio naso o coltiva interessi che non sono quelli del bene comune”.
Nei prossimi giorni, ha anticipato mons. Accrocca, “vogliamo mettere a fuoco il tema delle competenze e con esse della capacità delle istituzioni locali di proporsi con adeguata progettualità nel contesto delle scelte strategiche per lo sviluppo organico ed equilibrato del Paese. Vogliamo, cioè, dar vita a una convivialità delle competenze, che è anche una convivialità delle differenze, in una sinfonia che non omologa, ma raccorda intorno a un progetto comune”.