“La guerra non è mai la soluzione! Lo abbiamo capito aiutando tanti Paesi in guerra, ora l’Ucraina”. Lo ha scritto Erneto Olivero, fondatore del Sermig dell’Arsenale della pace, in una lettera aperta.
Ricordando che “nelle prime settimane di marzo 2022 l’Arsenale della pace è stato ‘invaso’ da un impressionante fiume di bene e generosità a cui tanti cittadini, famiglie, associazioni, scuole, parrocchie, aziende, istituzioni locali di tutta Italia hanno dato vita”, Olivero sottolinea che “l’indignazione e l’incredulità hanno scosso le coscienze, generando una meravigliosa reazione di solidarietà in risposta alla violenza di una sciagurata guerra. Le mani tese, disarmate, di tutte queste persone di buona volontà riconciliano con il senso di umanità, salvano l’anima al mondo. Oltre trecentomila persone hanno portato finora più di millecinquecento tonnellate di aiuti. Una grande conferma della denominazione che la Città di Torino si è data nel 2008: ‘Torino Città dell’Arsenale della pace’”. Olivero ricorda poi che sovente ripete che “le armi uccidono sette volte”. “La prima – spiega – è quando sono progettate, perché sottraggono risorse alla ricerca, alla scuola, alla vita. La seconda perché per costruirle si impegnano intelligenze che potrebbero dedicarsi allo sviluppo in campo scientifico, tecnologico, ambientale e medico. La terza perché le armi uccidono senza guardare in faccia nessuno, distruggono e costringono milioni di persone a lasciare i loro cari, le loro case e i loro Paesi… La quarta perché usate creano i presupposti per la vendetta. La quinta è la più tragica perché in una guerra, militari e civili esaltati compiono qualsiasi nefandezza sulle loro vittime. La sesta perché vittime e carnefici si portano addosso il ricordo insopportabile degli orrori subiti e commessi, fino ad arrivare anche a togliersi la vita. La settima perché la guerra lascia una scia di risentimenti e spazi d’odio che ne prolunga gli effetti nefasti”. “Non sono tutte qui le conseguenze negative della guerra”, prosegue, riferendosi “ai bambini soldato, arruolati per combattere, costretti ad uccidere per dimostrare la loro forza, penso a intere generazioni di bambini e giovani che negli anni preziosi della loro crescita conoscono solo la guerra, ne porteranno per sempre le ferite profonde”. “Proprio per queste ragioni – ammonisce Olivero – non ci abitueremo mai alla guerra e continueremo a lottare per contrastarla, continueremo a lavorare per la pace e a ricercarla con tutte le nostre forze”. “La pace vera è un fatto che deriva dalle opere di giustizia”, sottolinea, rimarcando come “il vero nemico è l’odio e che il nostro futuro si difende con la pace”.