Un immediato cessate il fuoco, una soluzione diplomatica attraverso il diritto internazionale, il rispetto dei confini, l’autodeterminazione delle persone, il rispetto della verità e il primato del dialogo sulla violenza. A chiederlo in una nota sono i membri del “Consiglio di governo” della Conferenza delle Chiese cristiane europee (Cec), che, riuniti a Bruxelles, hanno messo all’ordine del giorno la risposta delle Chiese alla guerra in Ucraina riaffermando la condanna all’aggressione russa e la richiesta di lavorare per la “pace con giustizia”. “Questo è il momento per le Chiese in Europa e nel mondo di formare una forte alleanza di solidarietà”, ha detto il segretario generale della Conferenza delle Chiese cristiane europee (Cec), Jørgen Skov Sørensen. “Questo è un momento per unirsi in preghiera per le persone che possiedono il potere di prendere le decisioni necessarie che rendano possibile la pace”. I membri del Consiglio hanno anche espresso preoccupazione per la dimensione religiosa della guerra e nella nota ricordano la dichiarazione congiunta scritta insieme al Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) nella quale le Chiese sottolineano che “la religione non può essere usata come mezzo per giustificare questa guerra. Tutte le religioni e noi come cristiani siamo uniti nel condannare l’aggressione russa, i crimini che vengono commessi contro il popolo ucraino e la blasfemia che è l’abuso della religione”. Sempre nella nota, la Cec ricorda la lettera che il presidente dell’organismo ecumenico, il reverendo Christian Krieger, ha inviato al patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia esortandolo “a parlare chiaramente contro l’aggressione russa in Ucraina”. “Sono scoraggiato dal tuo scoraggiante silenzio sulla guerra che il tuo Paese ha dichiarato contro un altro Paese, che ospita milioni di cristiani, compresi i cristiani ortodossi che appartengono al tuo gregge”, si legge nella sua lettera a Kirill. Durante l’incontro del Consiglio si è tenuto un seminario sull’Ucraina al quale hanno preso la parola l’arcivescovo Yevstratiy di Chernihiv e Nizhyn, vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina, il rev. Vasyl Prits del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina (Patriarcato di Mosca) e Khrystyna Ukrainets, capo dei Partenariati nazionali presso la Piattaforma educativa ucraina della Chiesa greco-cattolica. Oltre al lavoro a fianco dei profughi, i membri del Consiglio della Cec hanno discusso dell’importanza della guarigione e della riconciliazione, “considerando gli effetti a lungo termine della guerra, tra cui l’inflazione e la crisi energetica tra le altre sfide”. La Conferenza delle Chiese cristiane europee è un organismo ecumenico con sede a Bruxelles. Riunisce 114 Chiese di tradizione ortodossa, protestante e anglicana di tutta Europa “per il dialogo e l’azione congiunta”, “al servizio dell’Europa e del mondo” e per la promozione della pace e dell’unità della Chiesa.