“Nei luoghi interessati dalla guerra, la situazione è catastrofica. La popolazione è costretta a restare nascosta nei rifugi antiaerei; mentre elettricità, telecomunicazioni, impianti per il riscaldamento e l’approvvigionamento dell’acqua spesso non funzionano per via delle infrastrutture danneggiate”. Lo afferma Franz Kripp facendo eco a quanto già riportato dai partner della rete Caritas. “Scarseggiano anche medicine, viveri e acqua potabile. Inoltre la presenza di mine in numerose zone residenziali dell’Ucraina orientale e settentrionale, espone la popolazione ad un alto rischio per la vita”.
Anche in Alto Adige la Caritas è impegnata in un lavoro di consulenza, accompagnamento e assistenza per i rifugiati ucraini: 50 di loro sono ospitati presso Casa San Giorgio, una struttura diocesana nei pressi di Sarnes; oltre 100 persone ricevono quotidianamente pasti caldi dalla Distribuzione pasti S. Chiara di Bolzano; mentre i servizi di consulenza per migranti di Brunico, Merano e della Val Venosta, insieme alla Consulenza profughi di Bolzano, offrono sostegno e assistenza anche ai cittadini ucraini. “A Merano, ad esempio, il servizio di consulenza per migranti Moca della Caritas ha aiutato 21 famiglie a trovare una sistemazione in appartamenti privati. Questi appartamenti sono stati messi a disposizione dal Comune e la Caritas ha organizzato l’attività dei mediatori culturali volontari affinché l’accoglienza umanitaria funzionasse al meglio”, riferisce Leonhard Voltmer, responsabile dei servizi Caritas di consulenza per migranti.
Questo intervento umanitario è possibile grazie alla grande solidarietà dimostrata dalla popolazione altoatesina, che ha già donato 1,27 milioni di euro per la causa ucraina; e numerosi mecenati e sponsor privati continuano a sostenere la campagna di raccolta fondi della Caritas.