“Fuga in massa dalle residenze per minori”. Non sono però i ragazzi a scappare: in questi giorni 20 organizzazioni del sociale – tra cui alcune importanti cooperative – hanno scelto di non rinnovare/sottoscrivere le convenzioni per gestire le residenze per minori e per genitori-figli. È infatti appena scaduto il termine per presentare una manifestazione di interesse al “bando residenzialità minori” del Comune di Milano e molte realtà interne ed esterne al Cnca che gestiscono “Unità d’offerta genitori-figli Lombardia”, sul territorio di Milano Città metropolitana e province limitrofe, hanno dichiarato forfait.
Il motivo è che le tariffe proposte non permettono di sostenere gli standard previsti dalle normative di Regione Lombardia per la gestione di tali strutture e, quindi, di rispondere in maniera adeguata ai bisogni materiali e di crescita dei minorenni e delle famiglie accolte, che hanno bisogno di un percorso educativo e di creazione di autonomia, molto più che di mere prestazioni assistenziali.
“Si tratta di tariffe inferiori di almeno il 20% rispetto a quelle degli altri Comuni della Città metropolitana e delle altre provincie lombarde – denuncia per bocca del presidente Paolo Cattaneo, il Cnca Lombardia, membro del Forum del Terzo Settore di Milano -. In alcuni casi sono addirittura ribassate rispetto a quelle proposte nel bando del 2018, esponendo in questo modo i dipendenti ad una sempre crescente precarietà e a una fuga dalla professione”.
“In una stagione in cui sta via via emergendo la necessità di dare dignità alle professioni sociali e socio sanitarie ed è sempre più difficile trovare educatori, infermieri, medici disposti a lavorare nelle nostre strutture, e in cui il costo della vita parametrato agli stipendi di tali professioni risulta insostenibile generando la fuga dal sociale di decine di colleghi, il colpo di grazia – evidenzia – viene dal Comune di Milano che continua a proporre convenzionamenti a tariffe insostenibili”.
“Pur riconoscendo lo sforzo fatto nell’ultimo anno dal Comune, che ha consentito di rivedere – anche sensibilmente- le tariffe di alcune unità di offerta – prosegue Cattaneo – oggi si corre il rischio che l’esito immediato di questo nuovo accreditamento sia il mancato convenzionamento di circa 20 storiche realtà, sottraendo così di fatto più di 590 posti di accoglienza, in 147 strutture, ad un sistema già insufficiente. L’esito a lungo termine è che tutto ciò ricadrà sulla qualità del lavoro rivolto a famiglie e minorenni in situazione di vulnerabilità e tutela, proprio quelli che avrebbero più bisogno di cura, attenzione, protezione e professionalità per realizzare il proprio progetto di vita”.
Conclude Cattaneo: “Da anni proviamo ad orientare il Comune di Milano verso un approccio diverso al tema. È secondo noi necessario uscire dal recinto delle politiche sociali ed abbracciare un panorama più ampio: quello delle politiche di una Milano capace di fare diventare l’attenzione ai più fragili il motore della propria crescita e del proprio sviluppo”.