“Il cardinale Bergoglio, prima del conclave della sua elezione, descrisse la Chiesa come la donna curva nel Vangelo di Luca: ripiegata in sé con il popolo di Dio in un altro luogo. Una Chiesa autoreferenziale e mondana che ha abbandonato il suo popolo. Ma come possiamo rispondere alla debolezza e alla vulnerabilità se la rifuggiamo?”. Se lo è chiesto Austen Ivereigh, giornalista e autore del libro insieme con Papa Francesco “Soñemos juntos: el camino a un futuro mejor”, aprendo i lavori della 97ª assemblea dell’Unione superiori generali (Usg), in corso da oggi al 27 maggio alla Fraterna Domus d Sacrofano (Rm) e incentrata sul tema “Sinodalità e missione”.
Per Ivereigh è questa la critica che il popolo di Dio fa alla Chiesa, quella di essere ripegata in se stessa e non far entrare le persone. Una risposta, per il giornalista, arriva dal discorso di Aparecida del 2007 dell’allora cardinale Bergoglio. La Chiesa, disse il Papa, necessita di una conversione di potere che la liberi dalla sufficienza e dall’autoreferenzialità. “La Chiesa deve essere sinodale e la conversione esige un’esperienza di sinodalità autentica – ha sottolineato Ivereigh -. Abbiamo tutti bisogno di riunirci e di ascoltare Dio e con lui il grido del suo popolo, perché è solo attraverso di esso che si tramanda la tradizione della Chiesa. Questa conversione deve essere ispirata dal Vangelo e dallo Spirito. Predicare il Vangelo significa testimoniare la misericordia che la Chiesa ha ricevuto e per farlo ci si deve mettere in ascolto dello Spirito”.
La Chiesa, come crede e auspica il Papa, è “chiamata a essere un luogo dove le tensioni e i conflitti si possono riconciliare. Questa vita di comunione dona alla chiesa il volto della sinodalità, in un ascolto reciproco in cui ognuno ha qualcosa da imparare”.
Non dobbiamo avere paura, ha concluso il giornalista, perché “lo Spirito è a lavoro”.