La conoscenza senza moralità è “una paralisi dell’anima”, causata da un “delirio di onniscienza”. E’ la tesi del Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, svoltasi in piazza San Pietro e dedicata alla vecchiaia, ha affermato che “per la nostra cultura moderna, che alla conoscenza esatta delle cose vorrebbe consegnare praticamente tutto, l’apparizione di questa nuova ragione cinica – che somma conoscenza e irresponsabilità – è un contraccolpo durissimo”. Per Francesco, infatti, “la conoscenza che ci esonera dalla moralità sembra dapprima una fonte di libertà, di energia, ma ben presto si trasforma in una paralisi dell’anima”. “Qoelet, con la sua ironia, smaschera già questa tentazione fatale di una onnipotenza del sapere – un delirio di onniscienza – che genera un’impotenza della volontà”, ha spiegato il Papa, ricordando che “i monaci della più antica tradizione cristiana avevano identificato con precisione questa malattia dell’anima, che improvvisamente scopre la vanità della conoscenza senza fede e senza morale, l’illusione della verità senza giustizia. La chiamavano accidia. E questa è una delle tentazioni di tutti, dei vecchi ma di tutti”. “Non è semplicemente la pigrizia, è di più”, ha precisato Francesco: “Non è semplicemente la depressione. Piuttosto, è la resa alla conoscenza del mondo senza più passione per la giustizia e per l’azione conseguente”.