“Molte volte ad orientare una vocazione è stata decisiva la testimonianza di un’altra anima votata senza riserve a Dio: testimonianze semplici, fatte di vita quotidiana, eppure capaci di mostrare Dio, di far percepire a tutti la sua voce, di rendere chiara con un discernimento sapiente, la sua volontà”. È quanto scrive l’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, nella prefazione al volume “Zi Tore. Il ‘parroco’ di Padre Pio. Don Salvatore Pannullo”, del giornalista Raffaele Iaria, edito da Tau. Si tratta di don Pannullo, un prete che si fa storia in un piccolo Comune del Meridione d’Italia oggi noto a tutti: Pietrelcina. Un uomo, come scrive l’autore, che “scopre la santità di un giovane che diventerà il primo sacerdote stigmatizzato della storia e tra i più seguiti al mondo: Padre Pio da Pietrelcina”. Don Pannullo, infatti, è stato parroco di questo centro dal 1901 al 1928. Una figura piuttosto trascurata nelle biografie di Padre Pio ma importante per essere stata accanto a Francesco Forgione nel corso della maturazione della sua vocazione religiosa e che fu per certi versi consigliere e guida, maestro e amico, prima alla vigilia dell’inizio del noviziato nei Frati minori cappuccini e poi nei periodici soggiorni nel borgo natio per ristabilirsi in salute. Un sacerdote che seguì il giovane Forgione negli ultimi mesi di preparazione al sacerdozio, offrendogli istruzioni inerenti la liturgia e accompagnandoli per l’esame finale e il giorno dell’ordinazione sacerdotale il 10 agosto 1910 nel duomo di Benevento. Il primo a conoscere la storia delle stimmate, cosiddette invisibili, del frate, un mese dopo l’ordinazione sacerdotale. Il volume è arricchito da un saggio dello storico Marco Roncalli sui “parroci dei grandi”, dalla presentazione del sindaco di Pietrelcina, Salvatore Mazzone, e da una postfazione del coordinatore dei Gruppi di preghiera di Padre Pio della Campania, fra Daniele Moffa.