“La lezione che dobbiamo apprendere dalla guerra in Ucraina è che dobbiamo smetterla di fare compromessi: lo abbiamo fatto troppo a lungo con Putin, lo facciamo tra di noi Stati membri”. Così il premier slovacco Eduard Heger nella tavola rotonda al Forum di Davos oggi sul tema “Unità europea in un mondo disordinato?”. “Se l’Ucraina perde noi saremo i prossimi”, ha aggiunto, riconoscendo che fino ad ora il suo Paese ha “barattato i propri valori per il gas e petrolio a buon prezzo”. “Siamo una potenza in tanti ambiti in cui stiamo uniti: concorrenza, commercio, politiche monetarie”, ha osservato la presidente della Bce Christine Lagarde, ma possiamo esserlo in tanti ambiti in più se “smettiamo di guardare ai nostri interessi nazionali”. Per il premier irlandese Micheál Martin l’essere potenza ha senso se “lo siamo per valori molto precisi”, gli stessi che sono stati “trasformativi” per l’Irlanda dal suo ingresso nell’Ue 50 anni fa. Martin ha perciò auspicato “sostegno più attivo” ai Paesi che chiedono di entrare nell’Ue, perché sia “trasformativa anche per le loro storie”, fatta salva la loro “fedeltà ai diritti fondamentali, senza compromessi”. Anche la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, ha insistito: “Dobbiamo essere pronti ad aprire le porte ai Paesi che lottano per i principi che condividiamo. Decisione cruciale ora è se vogliamo stare uniti e diventare una potenza democratica globale: non possiamo rischiare l’instabilità ora per la nostra incapacità ad agire”.