“Proprio in questi giorni, a distanza esatta di trent’anni, stiamo commemorando i morti della strage di Capaci e di via d’Amelio, in cui hanno tragicamente perso la vita i giudici Falcone e Borsellino, insieme con altri familiari e servitori dello Stato”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, introducendo la 76ma Assemblea dei vescovi, in corso a Roma fino al 27 maggio. “Questa è l’occasione per fare memoria anche di Rocco Chinnici, Piersanti Mattarella, Rosario Livatino, don Pino Puglisi e di tanti altri martiri della giustizia”, ha proseguito il cardinale suscitando l’applauso dei presenti: “A tutti loro si addice la beatitudine che Gesù annuncia nel Discorso della montagna: ‘Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli’. Dal loro sacrificio, cosciente ed eroico, è nato un atteggiamento nuovo di condanna chiara delle mafie, che ha inciso anche nella vita di tutti noi come credenti e come cittadini”. “Falcone e Borsellino sono diventati ‘padri di una nuova generazione’, smuovendo le coscienze soprattutto dei giovani”, l’omaggio di Bassetti, che ha sintetizzato nell’”essere padre” la vocazione del vescovo e ha aggiunto: “Vedo qui una priorità anche del nostro servizio di Pastori: l’educazione dei giovani”. “Come padri possiamo e dobbiamo educare la coscienza dei giovani: una educazione cristiana matura apre le porte alla vera libertà”, la tesi del cardinale: “Ai giovani voglio dire con Tonino Bello: ‘La vostra vita vivetela bene, perché vi capita di viverla una volta soltanto: non bruciatela! È splendida, soprattutto, se la vostra vita la mettete a servizio degli altri, sarà questo il modo per non perderla. Perderete il sonno, ma non la vita. Perderete la quiete, ma non la vita. Perderete tantissime cose, ma non la vita!’”. “A questo proposito, non posso non pensare a quanto abbiamo vissuto lo scorso 18 aprile”, ha esclamato Bassetti a proposito del primo grande evento in presenza dopo la pandemia: “Migliaia di adolescenti hanno colorato Piazza San Pietro che durante la pandemia era vuota: in quella occasione siamo stati investiti dal loro entusiasmo e dal loro affetto. Le loro riflessioni sono state una provocazione per tutti noi adulti a rimanere aperti alle istanze delle nuove generazioni. La loro presenza è un incoraggiamento alla ripresa responsabile e creativa delle attività educative”.