Minori e persone vulnerabili: mons. Battaglia (Napoli), “lavorare insieme per tutelare il nostro futuro, rappresentato dai giovani”

“È evidente che in tempo di crisi, come il nostro, l’attenzione all’educazione e alla tutela dei soggetti fragili diventa un fattore che richiama tutta la società odierna. Il patto educativo che il Papa richiama nel suo magistero è uno stimolo per la nostra città a riprendere in mano le redini dell’educazione, perché si possa dare speranza a Napoli. In napoletano l’espressione, educare i giovani, è detta con il verbo crescere, perché esso non indica solo la maturità del corpo, ma la trasmissione di valori e di principi fondamentali per realizzare relazioni sociali positive e propositive”. Lo ha scritto mons. Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli e gran cancellerie della Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale (Pftim) nonché vescovo referente del Servizio regionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili in Campania, in occasione della presentazione del percorso di formazione “Minori e persone vulnerabili. Tutela, ascolto, prevenzione”, organizzato dalla Pftim e dall’Università Giustino Fortunato, in collaborazione con l’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli e con il Servizio nazionale per gli studi superiori di teologia e scienze religiose della Cei.
“Il tempo odierno è quello opportuno perché si possa lavorare insieme per tutelare il nostro futuro, rappresentato dai giovani – ha osservato il presule -. Tutti, senza distinzione di fede, di politica o di ruolo sociale o istituzionale, devono sentire il dovere di difendere, custodire e far crescere chi è fragile e non ha la forza di inserirsi nella società. È proprio il pensare insieme che deve caratterizzare le varie proposte educative, in quanto si deve passare da un individualismo tipico della mentalità del Sud ad una partecipazione attiva alla crescita della comunità umana. Dall’io chiuso in se stesso si deve passare a un noi che ha la forza profetica di osare per il bene di tutti”. Allora, “ha valore un patto educativo, in cui ognuno per le proprie competenze si impegna a dare il meglio di sé per la crescita degli altri”. Mons. Battaglia ha concluso: “La sinergia delle competenze è il segno eloquente che camminiamo tutti verso un unico obiettivo, dare speranza ai giovani che non possono più aspettare dinanzi ai disastri che sappiamo creare con le guerre di potere. Non abbiamo bisogno più di promesse, di facili slogan o di eventi fini a se stessi, ma abbiamo bisogno di pensare insieme per progettare percorsi fattibili per realizzare il bene dei giovani”.

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