“Siamo chiamati a proteggere il mondo e non a depredarlo”. A ribadirlo è stato il Papa, ricevendo in udienza i volontari del Servizio nazionale di protezione civile e affrontando il tema dei disastri ambientali. “Dio perdona sempre, gli uomini perdonano ogni tanto, la natura non perdona mai”, ha riaffermato Francesco citando un proverbio spagnolo. “I cambiamenti climatici del nostro tempo hanno moltiplicato gli eventi atmosferici estremi, con conseguenze drammatiche per le popolazioni civili”, l’analisi del Papa: “L’impatto è catastrofico per persone che perdono la casa a motivo di esondazioni dei corsi d’acqua, di trombe d’aria, di dissesti idrogeologici. La terra grida! Quando forziamo la mano, la natura mostra il suo volto crudele e l’uomo è schiacciato, costretto a gridare la sua paura”. Secondo Francesco, “l’intervento della Protezione Civile è stato fondamentale anche in caso di terremoti, a testimonianza della vocazione a proteggere le persone colpite da simili tragedie. La protezione è segno di cura per il territorio che abitate: siete presidio per salvare vite umane e per promuovere le comunità”.