Molte le voci, sia in Nicaragua che nel resto del continente latinoamericano, in difesa di Rolando José Álvarez, vescovo di Matagalpa e amministratore apostolico di Estelí, che da giovedì sera ha iniziato a digiunare e pregare indefinitamente, fino a che non terminerà la situazione di assedio nei suoi confronti da parte della Polizia del regime di Daniel Ortega.
Sabato scorso, anche l’arcidiocesi di Managua, guidata dal card. Augusto Brenes, che è anche il presidente della Conferenza episcopale, aveva espresso la propria solidarietà al vescovo di Matagalpa e “a tutte le persone e famiglie che subiscono gli effetti del problema socio-politico in cui noi nicaraguensi continuiamo ad essere immersi, con tutti i suoi effetti e a tutti i livelli”. Per la Chiesa di Managua, questa situazione ha bloccato “la nostra società in un ambiente di insicurezza, polarizzazione e intransigenza, scatenando una dinamica di divisione e antagonismo, che impedisce il superamento di questa situazione critica nazionale”. Nella stessa nota si esprime solidarietà anche alla parrocchia di San Juan Bautista nella città di Masaya, dove “il parroco, padre Harvy Padilla, che vive in un’atmosfera di ansia per la propria sicurezza personale e l’impossibilità di esercitare il proprio diritto a vivere e celebrare la propria fede in un clima di pace e di libertà”.
Infine, solidarietà a mons. Álvarez è stata espressa dalle Conferenze episcopali di Panama e Costa Rica, e dall’Alto Commissariato Onu per i diritti umani. In un tweet l’organismo ricorda la situazione di mancanza di libertà che si vive nel Paese: “L’assedio di Polizia dei sacerdoti della Chiesa Cattolica conferma che in Nicaragua nessuno è libero dalla persecuzione incessante della divergenza, dalla richiesta di giustizia e, ora, dalla pastorale. La libertà di religione si aggiunge alla restrizione dei diritti umani”.
#Nicaragua: el asedio de la policía a los sacerdotes de la iglesia católica reconfirma que en #Nicaragua ya nadie se libra de la persecución incesante a la divergencia, a la demanda de justicia y, ahora, a la labor pastoral. La libertad de religión se suma a los #DDHH coartados.
— OACNUDH (@OACNUDH) May 21, 2022