“Con oltre 3,8 miliardi di dosi contro il Covid-19 somministrate finora, i governi nazionali dei Paesi a basso reddito hanno fatto da apripista. Il numero di Paesi con una copertura inferiore al 10% della popolazione è sceso da 34 a gennaio a 18 oggi”. Lo si legge in una nota dell’Unicef. Nel gennaio 2022, l’Oms, l’Unicef e Gavi hanno istituito il Partenariato per la distribuzione del vaccino contro il Covid-19 (Covdp), un’iniziativa inter-agenzie che si basa sulle risorse esistenti a livello globale, regionale e nazionale per sostenere la distribuzione del vaccino contro il Covid-19 nei Paesi a basso reddito. A metà aprile 2022, “è stato coordinato ed erogato un totale di 29 milioni di dollari di finanziamenti urgenti – entro 15 giorni lavorativi o meno – a dieci Paesi tra le tre agenzie”.
Sebbene la Covdp e altre azioni stiano aiutando i Paesi a basso reddito a compiere progressi, le sfide devono ancora essere affrontate. “Dall’analisi delle ultime previsioni di pianificazione della domanda forniteci da questi Paesi, la domanda nazionale stimata da oggi fino all’inizio del 2023 è attualmente di circa 330 milioni di dosi da Covax, oltre a quelle già consegnate o accettate dai Paesi”.
La nota chiarisce: “Affinché il mondo continui a compiere progressi significativi nel colmare il divario globale di equità vaccinale, chiediamo con urgenza ai Paesi di fissare obiettivi ambiziosi sostenuti da piani concreti per l’attuazione – dando priorità alla copertura completa dei gruppi ad alto rischio – e a tutti i partner di coordinarsi per fornire ai Paesi le risorse necessarie per accelerare ed espandere le strategie nazionali, stimolare la domanda e superare le difficoltà operative”. Ora “il fatto che l’offerta globale e quella di Covax superino ora la domanda è una situazione vantaggiosa in caso di pandemia, in quanto garantisce a tutti i Paesi la disponibilità a lungo termine delle forniture e la scelta del prodotto”. La protezione delle popolazioni in tempi rapidi deve ora avere la priorità. Di qui la richiesta “ai Paesi donatori e ai produttori di sostenere Covax assicurando che il volume e la tempistica delle consegne corrispondano il più possibile alle esigenze dei Paesi a basso reddito. I donatori devono sostenere Covax nel mantenere un portafoglio diversificato, che includa vaccini adattati alle varianti, se necessario. I produttori dovrebbero collaborare con Covax per riorganizzare o ridimensionare le forniture a partire dagli accordi di acquisto anticipato esistenti”.
La nota conclude: “Un mondo assediato da numerose sfide e crisi non cambia il fatto che la pandemia – la nostra crisi collettiva – è tutt’altro che finita. Colmare il gap di equità nei vaccini deve continuare a essere una priorità urgente per la comunità internazionale”.