La Cresima non è il sacramento dell’addio”. Lo ha ribadito questa mattina Papa Francesco, salutando nel piazzale di Santa Marta in Vaticano i cresimandi della diocesi di Genova. Dopo essersi scusato per il ritardo di 35 minuti – “sentivo il rumore ma non finivo le cose che si dovevano fare prima, un po’ di fretta”, ha detto – il Santo Padre ha domandato: “Il ragazzo fa la Cresima e se ne va dalla Chiesa, è vero questo o no?”. Dopo la risposta corale “No!” ricevuta dai ragazzi, Francesco ha commentato: “No, va bene, questa è una grande cosa, rimanere. Perché con la forza della Cresima si va avanti, si va avanti non solo nella Chiesa, ma nella propria vita, di ognuno di noi, perché la Cresima ci prepara per diventare buone persone, buoni cittadini, buoni cristiani. Avanti con questo”. Il Papa ha anche invitato gli adolescenti a “conservare”. “Perché la Cresima – ha spiegato – è un dono e dobbiamo conservare il dono, curare il dono, capito? Questo dono non dobbiamo metterlo nel cassetto, no: conservarlo nel cuore”. Bisogna farlo – ha proseguito – “prima di tutto con la preghiera, chiedendo al Signore che ci dia la forza di andare avanti, che conservi questa forza dello Spirito Santo che abbiamo ricevuto tutti noi. E pregare sempre, perché il Signore ha detto che se tu chiedi, ti darò”. “Ma a volte noi non chiediamo”, ha aggiunto Francesco: “Noi ci dimentichiamo di chiedere, di pregare, e noi sappiamo che ‘chi non piange non tetta’ – ha ricordato citando un proverbio genovese –, lo sappiamo bene! Così, dobbiamo pregare e insistere perché il Signore ci ascolti e ci dia la forza di andare avanti”. Il Papa ha anche sottolineato l’importanza dell’“amicizia fra voi, perché nella Chiesa noi non siamo ‘io solo’, io e Dio, no, siamo tutti noi, in comunità. Questa bella gita che state facendo, questa è una cosa che vi aiuterà ad andare avanti”. Infine l’esortazione a “essere generosi, la generosità di darci, ognuno di noi, alla comunità, all’altro. Dicono che la generosità non è una virtù genovese, non so… Ma questa è la generosità dei soldi: sono tirchi – dicono – i genovesi; anch’io dalla parte materna ho sangue genovese, capisco bene… Ma generosi, generosi sempre. Aiutare gli altri e vivere in comunità. Preghiera, andare avanti in comunità e generosità. Capito?”.