“In occasione della riapertura, dopo 800 anni, della porta del santuario della Spogliazione, dove san Francesco d’Assisi rinunciò ai suoi beni e si spogliò delle sue vesti, assicuro la mia vicinanza spirituale e, invocando la protezione della Vergine Maria, di cuore imparto la mia benedizione a quanti prenderanno parte al sacro rito”. È stata impreziosita anche da una benedizione di Papa Francesco, indirizzata al vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, la cerimonia della riapertura dell’antica porta di accesso del vescovado di Assisi, in cui il Poverello entrò prima di spogliarsi davanti al vescovo Guido, al popolo e al padre. Secondo quanto si legge in una nota della diocesi di Assisi, mons. Sorrentino ha sottolineato il valore simbolico dell’antica porta in cui “Francesco è entrato come il giovane più ricco, uno dei più ricchi di Assisi e ne è uscito povero, spogliato di tutto, perché aveva deciso di essere un uomo libero, tutto di Dio e tutto dei fratelli, ricevendo, con l’abbraccio e il mantello del vescovo, il sigillo della Chiesa. Crediamo sia importante che queste pietre tornino a parlare” perché “da questo luogo riproponiamo l’esigenza di una conversione radicale al Vangelo e di un modo bello, grande di guardare al mondo e alla società”. “La benedizione di Papa Francesco – ha aggiunto il vescovo – è stata una emozione grande”. “Ha voluto mandarci un segno della sua vicinanza spirituale, la sua benedizione”. Grazie ad un finanziamento della Conferenza episcopale italiana e del ministero della Cultura, il vescovado tornerà come era al tempo di san Francesco. Al termine dei lavori di recupero il complesso potrà essere visitato anche dai turisti e pellegrini che giungeranno ad Assisi. Il lavoro è merito dello storico Francesco Santucci, autore del libro “Nuove testimonianze storiche sul palazzo vescovile di Assisi”, in cui viene raccontata la scoperta della porta. Presenti alla riapertura, il card. Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento, ed Elvira Cajano, Sovrintendente Archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria. Hanno partecipato anche le famiglie francescane che “ottocento anni dopo” hanno ripercorso i passi e il terreno in cui “Francesco, letteralmente, scelse di spogliarsi di tutto fino a rinnegare il genitore terreno, per abbracciare il padre celeste”.