Un’esortazione a partecipare “attivamente e consapevolmente” alle elezioni presidenziali. Un processo partecipativo che dev’essere all’insegna di tre verbi: distinguere, ponderare, valutare, dato che fare ciò corrisponde a “quella che chiamiamo l’arte della ricerca democratica del bene comune”. L’invito arriva dai vescovi della Colombia, attraverso un messaggio diffuso ieri, a poco più di una settimana dal primo turno delle attesissime elezioni presidenziali, che vedono in lizza otto candidati, due dei quali in pole position per il probabile ballottaggio, secondo i sondaggi: Gustavo Petro per la sinistra e Federico Gutiérrez per la destra.
“Oggi più che mai – scrivono i vescovi – abbiamo bisogno di questa capacità per riflettere sulla realtà in cui viviamo e riconoscere le cause profonde dei nostri mali sociali, guardando al grande potenziale che abbiamo per progredire insieme”.
Prosegue il messaggio, che è firmato dal presidente della Conferenza episcopale colombiana (Cec), mons. Luis José Rueda Aparicio, arcivescovo di Bogotá, dal vicepresidente, mons. Omar Alberto Sánchez Cubillos, arcivescovo di Popayán, dal segretario generale, mons. Luis Manuel Alí Herrera, vescovo ausiliare di Bogotá: “Partecipando, superiamo il pessimismo e la paura che ci portano a diffidare permanentemente l’uno dell’altro. Il sogno condiviso di un Paese migliore per tutti ci permette di recuperare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, se riusciamo a consegnare la loro guida alle persone che riteniamo più disposte a servire il bene comune”.
Nonostante le circostanze non facili in alcune zone del Paese, “il voto è lo strumento non violento più potente di cui dispone una società democratica per determinare il proprio futuro; quando votiamo, facciamo sentire la nostra voce”, la conclusione dei vescovi, non scontata in un Paese dove tradizionalmente la percentuale di votanti non supera il 50%.