Il sistema immunitario funziona diversamente nei maschi e nelle femmine: nel sesso femminile è più “efficiente”. Le differenze sono meno pronunciate in età pediatrica rispetto all’età adulta, tuttavia alcune diversità si manifestano sin dalle prime età della vita. I neonati e lattanti maschi sono più suscettibili alle infezioni respiratorie, ma anche, come è stato dimostrato nei Paesi in via di sviluppo, alle infezioni protozoarie come malaria e leishmaniosi. Nei maschi, inoltre, il rischio di tubercolosi è doppio rispetto alle femmine, maggiore è anche la suscettibilità all’infezione da virus dell’epatite B. È quanto emerge dalla prima Guida sulle differenze di genere nell’infanzia e nell’adolescenza, diffusa oggi dalla Società italiana di pediatria (Sip) in occasione del suo 77° Congresso italiano in corso a Sorrento. Dall’altro canto la maggiore reattività del sistema immunitario nelle femmine può sfociare in forme gravi di malattia e nella comparsa di autoimmunità. Il sesso femminile totalizza quasi l’80% dei casi di lupus eritematoso sistemico e di malattie tiroidee autoimmuni. Un’altra patologia che vede il sesso maschile più svantaggiato è la malattia di Kawasaki, di cui molto si è parlato nell’ultimo anno per il suo legame con la Mis-C, una complicanza pediatrica del Covid-19, mentre le bambine sono più svantaggiate per alcune patologie dell’apparato scheletrico-articolare come la displasia congenita dell’anca e la scoliosi idiopatica adolescenziale, e più predisposte a pubertà precoce e a soffrire di celiachia. Per quanto riguarda i disturbi dello spettro autistico, i maschi ne sono affetti con una frequenza circa 4,4 maggiore rispetto alle femmine.