“Di fronte alla morte di persone innocenti, ai bombardamenti sui civili, alla distruzione di intere città, di fronte a questa tragedia umana, è impossibile ascoltare un sermone in cui si definisce questa guerra come ‘sacra’. È qualcosa di molto triste. Ci provoca profondo dolore e pena. Ma fa molto più male agli ucraini. Perché non puoi proclamare di essere fratello di un altro popolo e benedire la guerra che il tuo stato sta combattendo”. Così il patriarca ecumenico Bartolomeo I, in un’intervista rilasciata al giornale cipriota “Kathimerini of Cyprus” commenta l’atteggiamento del Patriarca di Mosca nella guerra russo-ucraina. Il Patriarca si dice preoccupato per l’evoluzione che sta prendendo il conflitto. “I giovani muoiono in una guerra assurda. I civili, compresi i bambini piccoli, stanno morendo. L’intero paese è raso al suolo”. “Dobbiamo capire che la guerra, l’uccisione di una persona da parte di un vicino, di un fratello da parte di un fratello, è l’impronta più ripugnante e inaccettabile di una situazione distruttiva e in declino, in cui, purtroppo, è caduta l’umanità. Una realtà che contrasta nettamente con gli insegnamenti di nostro Signore”. “Questa guerra come ogni guerra, ogni conflitto, ogni azione che lede la pace e lede il rispetto per la persona umana, che è immagine di Dio stesso, è la sconfitta dell’umanità. E chi preferisce la guerra al dialogo, lo spargimento di sangue alla diplomazia, può esserne direttamente responsabile. Tutti pertanto dobbiamo condannare fermamente tali atteggiamenti e scelte al fine di tutelare la pace, la libertà e il rispetto delle persone”. La guerra – incalza Bartolomeo – non è mai la risposta. “Non dovrebbe essere nemmeno l’ultima risorsa. Il modo per risolvere eventuali controversie dovrebbe essere il dialogo, e solo il dialogo. Quello che sta accadendo in Ucraina è una tragedia, una vergogna che stigmatizza coloro che l’hanno causata, coloro che, come si è scoperto, non hanno paura di Dio”. “Non vorrei commentare l’atteggiamento e la scelta della leadership politica russa, che viene giudicata dai fatti, e sono sicuro che nel prossimo e immediato futuro sarà valutata da altri individui e istituzioni così come, ovviamente, dalla storia stessa, scritta nel sangue di vittime innocenti di questa guerra. Siamo però convinti che il popolo russo, almeno i nostri fratelli cristiano-ortodossi, non possano essere d’accordo con quanto sta accadendo a danno del vicino popolo ucraino”.