“È incomprensibile ed offensivo l’augurio di ‘buon lavoro’ che il conduttore televisivo di una trasmissione di Rete4 ha ritenuto di formulare al ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov al termine di quella che non è stata un’intervista ma un monologo del braccio destro di Putin con qualche imbarazzato intervento del conduttore”: lo ha dichiarato in una nota il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia. “Il ‘“lavoro’ di Lavrov in questi mesi è stato quello di contribuire allo scientifico massacro del popolo ucraino scatenato senza motivazione dal Governo russo e di cui potrebbe essere chiamato a rispondere un giorno davanti ad un tribunale internazionale: e questo augurio è tanto più offensivo e grottesco se si considera che l’ intervista è andata in onda il primo maggio, ossia nel giorno in cui si onora il lavoro come fonte di pace e di libertà. Al netto delle numerose menzogne espresse da Lavrov, e dalle vere e proprie infamie antisemite di cui ha condito il suo discorso – ha aggiunto Manfredonia -, è da rimarcare come anche in questo caso una certa politica italiana abbia dato il peggio di sé, se è vero che i rappresentanti di un partito che in anni nemmeno tanto lontani chiedeva il silenziamento e magari anche l’arresto di chi criticava, ad esempio, le sue politiche in materia migratoria, ora si schiera come un sol uomo a difesa del diritto di parola del portavoce di un Governo che sta compiendo autentici crimini di guerra”. Il presidente delle Acli ha concluso: “La pace può farsi solo nella verità, ma la ricerca della verità è altra cosa dal fornire tribune unilaterali ai responsabili della guerra perché possano diffondere la loro propaganda”.