Ieri pomeriggio, mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato vaticana, ha incontrato a Leopoli i vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina. Nella cattedrale di San Giorgio, l’arcivescovo Gallagher è stato accolto dal vescovo Volodymyr Hrutsa, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Lviv, accompagnato dai sacerdoti. Il diplomatico vaticano ha visitato la cattedrale di San Giorgio ed è sceso nella cripta dove sono sepolti il metropolita Andrey Sheptytsky e il patriarca Joseph Slipogo. All’incontro con i vescovi, hanno partecipato l’arcivescovo e metropolita di Lviv Ihor Vozniak , arcivescovo e metropolita di Ivano-Frankivsk Volodymyr Viityshyn , eparca di Sambir-Drohobych Yaroslav Pryriz , il vescovo ausiliare di Ternopil-Zhyporivka. Secondo quanto riporta una nota della Ugcc, i partecipanti hanno discusso una serie di questioni pastorali, alla luce delle “sfide in tempo di guerra”. Il metropolita di Leopoli ha ringraziato la Santa Sede “per la sua solidarietà e sostegno all’Ucraina, nonché per i suoi sforzi per porre fine alla guerra in questo tragico momento” e, facendo riferimento alla visita in Ucraina del rappresentante diplomatico, ha sottolineato quanto siano “estremamente importanti” tali incontri con alti funzionari vaticani per la Chiesa greco-cattolica ucraina, soprattutto “durante la guerra di difesa dell’Ucraina contro l’aggressione russa”. L’arcivescovo Gallagher ha ringraziato i vescovi, sottolineando che la visita in Ucraina è “molto importante” per lui. Mons. Gallagher è arrivato ieri a Leopoli dove è stato accolto dal metropolita di Leopoli di rito latino, mons. Mechyslav Mokshytskyi, presidente ad interim della Conferenza dei vescovi cattolici romani dell’Ucraina. Durante la visita che si concluderà il 20 maggio, il presule farà tappa anche a Kiev e toccherà i luoghi più colpiti dalla guerra. L’Ugcc ricorda che “il viaggio è stato organizzato nell’ambito del 30° anniversario dei rapporti diplomatici con l’Ucraina e nel segno della vicinanza del Papa e della Santa Sede con le popolazioni colpite dalla guerra e dell’importanza del dialogo per la pace”.