Dopo una settimana dall’assassinio del procuratore antimafia del Paraguay Marcelo Pecci, avvenuto in Colombia, un altro fatto di sangue scuote il Paraguay: nella città di Pedro Juan Caballero, alla frontiera con il Brasile, il sindaco, José Carlos Acevedo, è stato ferito gravemente in un attentato, e, dopo aver ricevuto sette colpi d’arma da fuoco, sta lottando tra la vita e la morte.
La Conferenza episcopale del Paraguay ieri, per la terza volta in pochi giorni, ha fatto sentire la sua voce con una nota del proprio Consiglio direttivo: “Condanniamo e ripudiamo fermamente questo e tutti gli attacchi contro la vita umana”, si legge. Per questo “chiediamo alle forze di sicurezza e all’accusa di identificare e assicurare alla giustizia i responsabili di questi crimini orrendi. Invitiamo tutti, autorità e cittadini in genere, a promuovere con coraggio e coerenza il rispetto delle istituzioni, delle leggi e della Costituzione del nostro Paese affinché viviamo in un ambiente di pace e sicurezza”.
I vescovi del Paraguay si rivolgono alla propria patrona la Vergine di Caacupé e indicono tre giorni di digiuno e preghiera in tutto il Paese, da venerdì 20 maggio a domenica 22 maggio, “come espressione di lutto, penitenza, supplica e impegno per la vera pace tra fratelli. In questi giorni in ogni messa pregheremo per la pace e il rispetto della vita”. Nel dettaglio, la Cep invita i fedeli a osservare domani una giornata di digiuno, sabato ad accendere una candela in ogni parrocchia e in ogni casa, domenica a esporre una bandiera bianca, “come segno di pace”.