È cresciuto dell’1% il numero di coloro che, alle frontiere esterne dell’Ue, si è visto rifiutare il permesso di ingresso: 137.800 nel 2020 e 139.000 nel 2021. Il maggior numero di respingimenti è stato segnalato in Ungheria (34.700), Polonia (26.200), Croazia (14.200) e Romania (11.000). Ad essere respinti sono stati soprattutto cittadini ucraini (50.200), albanesi (18.600), moldavi (9.100). I dati sono pubblicati oggi da Eurostat, istituto di statistica dell’Ue. Nel 2021 è cresciuto del 22% rispetto all’anno precedente il numero di immigrati illegalmente presenti sul territorio Ue: 681.200 contro i 557.500 del 2020. Il numero più alto di segnalazioni è arrivato dalla Francia (215.200), seguita da Ungheria (134.100) e Germania (120.300). Quanto alla cittadinanza dei “sans papier”, il gruppo più numeroso è composto da siriani (79.800), seguito da algerini (56.800) e afghani (52.800). È invece calato il numero di persone a cui è stato ordinato di lasciare uno Stato Ue: nel 2021 sono state circa 342.100, contro le 396.400 dell’anno precedente. Francia (125.500), Germania (31.500) e Grecia (28.800) i Paesi che hanno espulso più persone; algerini (26.400), albanesi (22.000) e marocchini (21.800), le nazionalità più punite con il rimpatrio. 82.700 cittadini sono però tornati in un altro Stato Ue. Tanti ucraini e albanesi (9.400 ciascuno) ce l’hanno fatta a rientrare, insieme a georgiani (5.400) e pakistani (3.200).