La creazione immediata di un fondo di condivisione per l’accoglienza dei bambini ucraini necessario per intervenire subito nelle situazioni critiche in cui versano alcune scuole. È quanto la Fism nazionale – la Federazione italiana scuole materne alla quale in Italia fanno riferimento circa 9.000 realtà educative alle quali sono iscritti quasi 500.000 bambini – chiede alle sue scuole attraverso la sua Fondazione. Lo comunica una nota, firmata congiuntamente dal presidente Fism nazionale Giampiero Redaelli e dalla presidente Fondazione Fism Cinzia Parimbelli – dopo aver rilevato casi difficili da sostenere in alcune scuole dell’infanzia federate. “Un esempio su tutti, quello di una scuola dell’infanzia di Genova che si è vista richiedere dall’Ufficio scolastico regionale di accogliere sei bambini ucraini sordomuti e dopo poco di accoglierne altri quattro”, si legge nella nota, che continua: “Nessuno di noi può rimanere insensibile davanti a queste situazioni. Sicuramente, la collaborazione delle Amministrazioni comunali, le Caritas e altre organizzazioni stanno dando una grossa mano, ma non sempre ciò è sufficiente a garantire la totale accoglienza di questi casi”. Per questo motivo “in attesa e non in sostituzione di un intervento anche del Ministero Istruzione, al quale Fism si è rivolta per sapere se e come ci saranno contributi specifici anche per le scuole dell’infanzia paritarie che accolgono bambini ucraini”, la Fondazione Fism è già intervenuta concretamente mettendo a disposizione risorse per fronteggiare interventi di carattere straordinario. Come quello citato o che vedono altre scuole in difficoltà nonostante il supporto delle amministrazioni comunali, delle parrocchie o delle associazioni locali. La nota prosegue fornendo le indicazioni alle scuole per l’accesso alle erogazioni da parte della Fondazione, ma, al contempo, “in spirito di corresponsabilità”, chiede alle proprie realtà territoriali – in particolare quelle dove non si registrano casi di accoglienza dei bambini fuggiti dalla guerra o dove gli episodi sono stati marginali o temporanei – di sostenere questo fondo con una propria offerta. Non è tutto perché la proposta di donare un contributo “è rivolta anche alle singole scuole che non hanno in accoglimento bambini ucraini, coinvolgendo anche i genitori e proponendo loro la donazione di almeno un euro”. Nel frattempo all’Ufficio di Presidenza Fism continuano ad affluire i dati dell’accoglienza da tutte le regioni d’Italia. “Dopo le manifestazioni di disponibilità tra fine marzo e inizio aprile – ricorda la nota – sono centinaia e centinaia ‘i nuovi amici’, soprattutto fra i tre e i sei anni, da Nord a Sud che hanno dovuto tener conto di ritardi per le necessarie attenzioni normative (per esempio, rispetto al tema assicurativo e alle vaccinazioni), ma anche quelle per un’accoglienza davvero efficace e non improvvisata. Perché se è vero che i bambini socializzano subito, soprattutto attraverso il gioco, le storie che si sono lasciati alle spalle, hanno necessitato anche di supporti psicologici e non solo linguistici”.