Ucraina: sequestrato e saccheggiato monastero dei Paolini a Mariupol. Il parroco al Sir, “in città è un disastro”

“È difficile per me, perché ci hanno tolto la chiesa, hanno fatto di tutto per farci andare via. E ora l’hanno disonorata. È molto, molto difficile da accettare”. Lo confida al Sir padre Pavlo Tomaszewski, il parroco paolino della parrocchia di Nostra Signora di Czestochowa di Mariupol, che per primo con un post su Facebook ha dato la notizia che il monastero dell’Ordine di San Paolo primo eremita a Mariupol, dove vivevano e prestavano servizio i padri paolini, è stato sequestrato dai russi ed è diventata ora la sede della dell’amministrazione locale della cosiddetta Repubblica popolare di Donetsk. “Sabato sera – racconta il religioso – ho ricevuto un messaggio dal vescovo ausiliare della diocesi di Kharkiv e Zaporozhye, mons. Jan Sobilo. Mi ha scritto che gli occupanti avevano realizzato l’amministrazione comunale nel monastero e mi ha inviato una foto”. “So anche – prosegue il parroco – che il 17 marzo il nostro monastero è stato saccheggiato. Me ne ha parlato un uomo della nostra parrocchia che era già riuscito a lasciare Mariupol. Hanno preso tutto quello che c’era, i calici per il servizio divino e ogni cosa di valore”. Purtroppo, la situazione in città è difficilissima e le comunicazioni sono tagliate. È pertanto quasi impossibile avere notizie. “Non so cosa stia succedendo oggi”, conferma padre Pavlo. “Cercherò di chiamare qualcuno ma è difficile. In città non c’è un servizio di telefonia mobile o di internet. So che c’è corrente e acqua da qualche parte. Ma lì è un disastro. Vi confido che è molto difficile per il mio cuore”.

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