“Il malessere del Terzo settore è tanto più tangibile con il passare del tempo quanto comprensibile. Migliaia di realtà non profit e milioni di volontari non sono messi nelle condizioni di seguire la loro vocazione di impegno sociale o, nei casi più gravi, di continuare a esistere”. Così, in un intervento pubblicato su Vita.it e rilanciato in una nota oggi, Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum nazionale del Terzo settore.
“Alla base di questo disagio ci sono precise scelte e non-scelte della politica”, prosegue: ad esempio, “quella di non concludere la riforma del Terzo settore iniziata nel 2016, presupposto imprescindibile per consentire ai vari soggetti di portare avanti il loro impegno con cognizione delle regole e delle proprie opportunità”.
“Sono scelte, e delle più paradossali – aggiunge la portavoce del Forum – quelle che penalizzano fiscalmente proprio quel pezzo di società che reinveste nella comunità ciò che ricava. Ancora: è una scelta incomprensibile quella di non dar seguito, nel concreto, al coinvolgimento delle realtà sociali come scritto nero su bianco nel Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
“Le dichiarazioni ufficiali a favore del Terzo settore non mancano, ma le azioni purtroppo vanno da tutt’altra parte. Invertire la tendenza si può, ma serve farlo ora e per davvero, senza più ipocrisie”, conclude Pallucchi.