“La santità non è fatta di pochi gesti eroici, ma di tanto amore quotidiano”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della messa di canonizzazione di dieci nuovi beati, ieri, in piazza San Pietro. “Amare significa questo: servire e dare la vita. Servire, cioè non anteporre i propri interessi; disintossicarsi dai veleni dell’avidità e della competizione; combattere il cancro dell’indifferenza e il tarlo dell’autoreferenzialità, condividere i carismi e i doni che Dio ci ha donato – ha osservato il Pontefice –. Nel concreto, chiedersi ‘che cosa faccio per gli altri?’. Questo è amare, e vivere le cose di ogni giorno in spirito di servizio, con amore e senza clamore, senza rivendicare niente. E poi dare la vita, che non è solo offrire qualcosa, come per esempio alcuni beni propri agli altri, ma donare sé stessi”.
Nella sua omelia il Papa ne ha evidenziato il “segreto”: “Servire il Vangelo e i fratelli, offrire la propria vita senza tornaconto”. Riferendosi ai “nostri compagni di viaggio, oggi canonizzati”, Francesco ha ribadito che “hanno vissuto così la santità: abbracciando con entusiasmo la loro vocazione – di sacerdote, alcuni, di consacrata, altre, di laico – si sono spesi per il Vangelo, hanno scoperto una gioia che non ha paragoni e sono diventati riflessi luminosi del Signore nella storia. Questo è un santo o una santa: un riflesso luminoso del Signore nella storia”.