“Ho voluto che anche nella rinnovata Curia romana il Dicastero dell’Evangelizzazione assuma un ruolo speciale al fine di favorire la conversione missionaria della Chiesa (Praedicate Evangelium, 2-3), che non è proselitismo, ma testimonianza: uscita da sé per annunciare con la vita l’amore gratuito e salvifico di Dio per noi, chiamati tutti a essere fratelli e sorelle”. Lo scrive Papa Francesco nel messaggio inviato alle Pontificie Opere Missionarie (Pom) in occasione dell’apertura dei lavori dell’assemblea generale che si svolge a Lione, al Centro Valpré, dal 16 al 23 maggio.
Il Pontefice si è soffermato su “tre aspetti che, grazie all’azione dello Spirito Santo, tanto hanno contribuito alla diffusione del Vangelo nella storia delle Pom”. Il primo è la conversione missionaria: “La bontà della missione dipende dal cammino di uscita da sé, dal desiderio di non centrare la vita su sé stessi, ma su Gesù”. Nelle parole del Papa “la sorgente della missione”, che sta “nell’ardore di una fede che non si accontenta e che, attraverso la conversione, si fa di giorno in giorno imitazione, per incanalare la misericordia di Dio sulle strade del mondo”. “Ma ciò è possibile – secondo aspetto – solo attraverso la preghiera, che è la prima forma di missione. La missione comincia con la preghiera e non può realizzarsi senza di essa”. Infine, ultimo aspetto dopo la preghiera, “la concretezza della carità” e l’augurio di camminare nel solco tracciato da Pauline Marie Jaricot, fondatrice di un’opera per sostenere l’attività missionaria della Chiesa, “lasciandovi ispirare dalla sua fede concreta, dal suo coraggio audace, dalla sua creatività generosa”.