Il tema delle periferie geografiche ed esistenziali, oggetto di una specifica attenzione di Papa Francesco, costituisce il focus del numero di maggio della rivista “Rogate ergo”. Il numero si sofferma particolarmente sulle conseguenze vocazionali di una pastorale missionaria, che richiede agli operatori pastorali il coraggio di mettersi in discussione. “Ma non è proprio questo – si chiede lo scrittore Giuseppe Savagnone – che il Sinodo in corso ci sta chiedendo?”.
Una Chiesa che non sia “in uscita” è già malata sostiene don Antonio La Manna, rettore del seminario di Catania, il quale riferisce che il percorso formativo dei suoi seminaristi è disseminato di esperienze in parrocchie di periferia, in scuole, in ospedali e perfino nel carcere. Non diversamente i seminaristi di Napoli. “Uscire verso le periferie della vita li aiuta ad arricchirsi”, commenta il rettore padre Ronny Alessio, mentre don Enrico Castagna, rettore del seminario diocesano di Milano, aggiunge che queste esperienze servono anche a vigilare “affinché nei futuri sacerdoti non prevalgano chiusure e clericalismi”. Infine tra le testimonianze, riportate dalla rivista, quella del parroco romano, don Stefano Cascio, che spiega le positività di una pastorale missionaria che coinvolge le forze e i carismi degli abitanti di Torre spaccata, uno dei quartiere periferici della capitale. Non è, però, una novità assoluta portare il Vangelo in periferia. Mario Marazziti, scrittore e politico, racconta l’esperienza che lo ha visto coinvolto a Roma, fin dal 1968, con il primo gruppo della Comunità di Sant’Egidio.