“Un clima positivo e propositivo”, caratterizzato dal 2desiderio di raccontare e condividere la creatività dei territori”, ha contraddistinto il secondo incontro dei referenti diocesani del Cammino sinodale che si è concluso ieri (15 maggio) a Roma. All’appuntamento, aperto il 13 maggio, hanno preso parte 242 referenti (laici, presbiteri e diaconi, consacrate e consacrati) e 12 vescovi delegati dalle Conferenze episcopali regionali. “La nota dominante: l’ascolto”, evidenzia in un comunicato la Cei. “È questo – ha detto mons. Erio Castellucci, arcivescovo abate di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, vicepresidente Cei e membro del Gruppo di coordinamento nazionale del Cammino sinodale – a dare sostanza al nostro Cammino sinodale: dobbiamo lasciarci ferire dalle domande e vedere cosa emerge dalla raccolta dei sogni e delle critiche. Siamo chiamati ad essere una Chiesa ‘camper’, che sa muoversi e accogliere, senza fissarsi sul terreno. Solo così riusciremo a essere prossimi e a camminare con i fratelli e le sorelle che ci stanno accanto”.
La riflessione di questa tre giorni, che si è concentrata sulle istanze emerse dalle sintesi diocesane, proseguirà durante l’Assemblea generale della Cei, in programma dal 23 al 27 maggio, “quando i vescovi cercheranno di focalizzare le priorità su cui continuare il secondo anno del Cammino sinodale”. All’Assemblea generale Cei saranno anche presenti due referenti diocesani per Regione, nominati dalle Conferenze episcopali regionali, che porteranno il loro contributo al confronto e alla condivisione. Le proposte che emergeranno saranno poi restituite ai territori a fine maggio, per un ulteriore discernimento su base regionale, e una volta recepite le eventuali integrazioni verranno consegnate ufficialmente alle Chiese locali in occasione del Congresso eucaristico nazionale (Matera, 22-25 settembre).
“Il comandamento dell’amore, consegnato da Gesù ai discepoli proprio quando Giuda covava il tradimento – ha ricordato mons. Castellucci –, li spinge ad uscire dal loro nido e aprirsi a tutti; e romperà gli steccati al punto da rivolgersi ai pagani. Non sono i discepoli del Signore che possono rinnovarsi, ma solo la forza che proviene da Lui e dal suo comandamento nuovo”.
Il Cammino sinodale continuerà nell’anno pastorale 2022-2023 con la fase narrativa in cui ci sarà ancora spazio per l’ascolto e per il racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori.
Conclusa la fase narrativa, si aprirà la fase sapienziale costituita da un anno (2023-24) in cui le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso il senso di fede del Popolo di Dio.
“Nel 2025 – ricorda il comunicato – si vivrà la fase profetica che culminerà in un evento assembleare nazionale da definire insieme strada facendo. In questo con-venire verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le Chiese in Italia saranno chiamate a riconsegnare al popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio (2025-30)”.