“Il dialogo ecumenico è un cammino: è molto più, cioè, che parlare insieme. No, è fare: fare, non solo parlare. Fare”. Lo ha detto Papa Francesco, ricevendo in udienza, stamattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, i membri della Commissione internazionale Anglicano-Cattolica Romana. “Si tratta – ha aggiunto – di conoscerci di persona e non soltanto sui libri, di condividere traguardi e stanchezze, di sporcarci le mani soccorrendo insieme i fratelli e le sorelle feriti che giacciono scartati ai bordi delle strade del mondo, di contemplare con un unico sguardo e custodire con il medesimo impegno il creato che ci circonda, di incoraggiarci nelle fatiche della marcia”.
Il Pontefice si sofferma sulle tre fasi in cui la Commissione di dialogo si è impegnata per “lasciare alle spalle ciò che compromette la nostra comunione” e “accrescere i legami che uniscono cattolici e anglicani”. “È stato un cammino, a tratti veloce, a volte lento e difficile. Ma, sottolineo, è stato, è e sarà un cammino”, ha detto il Papa. Dopo aver ricordato il prossimo viaggio in Sud Sudan e la preghiera che farà con l’arcivescovo Justin Welby e il moderatore della Chiesa di Scozia, Francesco lo ha considerato un “pellegrinaggio ecumenico di pace”. E ha chiesto la preghiera affinché “ispiri i cristiani del Sud Sudan e del mondo a essere promotori di riconciliazione, tessitori di concordia, capaci di dire no alla perversa e inutile spirale della violenza e delle armi”.