Quando scoppia un conflitto, in qualsiasi parte del mondo, i primi interventi di emergenza sono sempre rivolti, giustamente, a soddisfare le necessità pratiche più immediate e “basiche”. Con il passare dei giorni, però, “emerge ben presto che le esigenze di chi scappa o di chi è coinvolto in una guerra sono ben di più e ben più profonde. Soprattutto, oltre al livello materiale che riguarda i beni di prima necessità, l’accoglienza e la protezione in luoghi sicuri… diventa via via sempre più importante occuparsi anche del lato psicologico e mentale, più “silenzioso” e invisibile, ma anche quello su cui gli effetti di una guerra possono essere più lunghi e difficili da guarire”. Ecco perché, all’interno degli interventi che sta portando avanti in Ucraina e in Moldova nell’ambito della campagna “#BAMBINIxLAPACE”, oltre le necessità basiche dei profughi ucraini Aibi-Amici dei bambini ha cercato immediatamente di guardare anche al loro benessere psicologico e mentale.
Durante le diverse azioni di accoglienza portate avanti in queste settimane, in particolare in Moldova, lo staff di Aibi, si legge in una nota, “ha incontrato tantissime donne spaventate; angosciate tanto per il futuro dei figli che sono riuscite a portare in salvo, quanto per quelli che magari hanno dovuto lasciare a casa insieme ai mariti. Ognuna di queste donne ha sulle spalle un carico diverso e bisogno di un diverso supporto: a volte basta qualcuno che le ascolti e che conceda loro di ‘liberarsi’ raccontando quanto vissuto; altre hanno bisogno di un sostegno più strutturato perché non vedono i loro mariti e familiari da più di due mesi; altre ancora i mariti li hanno già persi e hanno bisogno di aiuto e motivazioni per tornare a essere una risorsa per i loro figli”.
Per tutte loro, Aibi ha attivato “una linea telefonica dedicata, attiva 9 ore al giorno e gestita da un’equipe di 4 psicologi che, dopo una formazione specifica, saranno pronti a dare aiuto, sostegno, ascolto e orientamento alle donne e i minori che si trovano in Moldova”.
Ma l’obiettivo dell’intervento, che si avvale del sostegno finanziario del Regno Unito e del popolo britannico, si spinge più in là: “Per i casi che richiederanno un aiuto più strutturato e costante, si farà riferimento ad altri specialisti presenti sul territorio, che potranno seguire più da vicino e in maniera più continuativa queste persone”. Inoltre, l’intento del progetto è anche “quello di raggiungere donne e ragazze vittima di violenza e abusi offrendo loro tutto il supporto di cui possono avere bisogno”.
L’intervento, per il momento, ha una durata di 11 mesi e si inserisce nel più ampio contesto del progetto “#BAMBINIxLAPACE” promosso da Amici dei bambini, che prevede interventi in Ucraina, in Moldova e in Italia. Info: www.aibi.it.