Migrazioni e famiglie: Grau e Alaimo (Cile), “prevenire impatto separazione su salute mentale”. Hirao (GIappone), “urgenti misure contro spopolamento”

Un approfondimento promosso dalla Strategic Alliance of Catholic Research Universities (Sacru), in vista della Giornata internazionale della famiglia che ricorre il 15 maggio, ha messo a fuoco il tema delle migrazioni familiari. Analizzando la questione della migrazione familiare da una prospettiva latino-americana, Maria Olaya Grau e Nicolle Alamo, docenti dell’Escuela de Trabajo Social Pontificia Universidad Católica de Chile, avvertono che con l’incremento significativo delle migrazioni verso il Cile è necessario prestare attenzione “all’impatto della separazione sulla salute mentale dei bambini e dei loro caregiver”. In particolare, proseguono Olaya Grau e Alamo, “è fondamentale prevenire nuovi e futuri problemi di salute mentale, che spesso diventano più acuti o complessi quando sono accompagnati da discriminazione e xenofobia”.
Keiko Hirao, professoressa della Graduate School of Global Environment Studies dell’Università di Sophia a Tokyo, pone invece l’accento sull’invecchiamento della popolazione, problema che sta attanagliando il Giappone. “Le società non possono essere sostenibili se la loro popolazione non si rigenera”, e dato che “circa 896 dei nostri comuni su 1.799 scompariranno entro il 2040 a causa dello spopolamento”, non vi è altra strada se non quella di “garantire la parità di genere, risolvere l’enigma lavoro-famiglia e riesaminare la sistematica svalutazione del Cuore invisibile che fornisce una futura forza lavoro al mercato”.

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