Incidenti sul lavoro: Forni (Anmil), “spendersi sul serio affinché sicurezza e salvaguardia vita umana siano sempre anteposte a produttività e profitto”

“Ci chiediamo: come sia possibile rimanere indifferenti di fronte al dolore di un genitore che perde un figlio o di un bambino che non potrà riabbracciare il padre, o accettare di rimanere per sempre invalidi senza una mano, una gamba, un occhio? Inutile ogni retorica: dobbiamo prendere atto che il decreto 81 non ha fatto alcun miracolo e noi non riusciamo a prendere decisioni drastiche e senza tentennamenti. La sicurezza sul lavoro non si può contrattare; i near miss, i mancati infortuni, mancano all’appello dei conteggi come pure tantissime vittime che l’Inail non monitora perché non li assiste. E allora facciamo quello che è davvero efficace e ne parliamo ogni giorno senza guardare da un’altra parte”: è la denuncia del presidente nazionale dell’Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), Zoello Forni.
Dopo la giornata di mercoledì con 7 infortuni gravi e 2 morti, ricorda il presidente dell’Anmil, ieri “non ce l’hanno fatta 4 lavoratori: Walter Carbone, l’operaio di 48 anni che era caduto il giorno prima da un tetto che stava ispezionando a Napoli e che lascia la moglie e due figli; l’operaio di 50 anni che era stato folgorato da un cavo dell’alta tensione alle Acciaierie Beltrame di Vicenza; un agricoltore di 59 anni che ha perso la vita a causa del ribaltamento del trattore su cui stava lavorando in una oliveta a Vinci (Firenze); un operaio di 37 anni in un’azienda agricola di Bedizzole in provincia di Brescia che è rimasto incastrato in un macchinario riportando ferite fatali”.
Nella giornata di ieri un 24enne, inoltre, è stato folgorato da una scarica a 380 volt in una azienda di Caponago in Brianza (Milano) riportando gravi ustioni su corpo e testa, mentre un suo collega di 35 anni ha riportato ferite meno gravi.
“Per far sì che vengano rispettate le vite dei cittadini – conclude Forni – dobbiamo assumerci l’impegno comune di dare una svolta alle politiche in materia di prevenzione, soprattutto ora che la ripartenza e le difficoltà che la nostra economia sta vivendo rischiano di mettere a repentaglio la salute e la sicurezza dei lavoratori. Occorre spendersi sul serio affinché la sicurezza sul lavoro e la salvaguardia della vita umana siano sempre anteposte alle ragioni della produttività e del profitto e trovino il loro posto naturale al centro di ogni politica di sviluppo economico”.

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