“La sua argomentazione, secondo cui i vescovi hanno commesso errori nell’affrontare gli abusi e, invece di assumersene la responsabilità, ora vogliono mettere in discussione la Dottrina della Chiesa in Germania nelle sue fondamenta, è, secondo il mio umile parere, spaventosamente univoca e sfortunatamente non fa giustizia alla complessa realtà delle strutture della Chiesa cattolica che rendono possibili gli abusi”. Questo è un passo della risposta che il presidente dei vescovi tedeschi Georg Bätzing ha inviato all’arcivescovo di Denver Samuel J. Aquila, critico nei confronti del cammino sinodale della Chiesa cattolica in Germania. Una prima lettera di 15 pagine era stata inviata dal Colorado il 21 maggio 2021, una seconda, sottoscritta da 70 vescovi, era arrivata a Bätzing l’11 aprile e il vescovo tedesco vi aveva risposto il 14 aprile. Poi ne è arrivata un’altra dal Colorado il 3 maggio; Bätzing ha risposto il 5 maggio e ora il testo è stato reso pubblico. “Poi non risponderò più”, scrive Bätzing, sia perché è prassi non rispondere alle lettere aperte, come quella dell’arcivescovo di Denver, sia perché le lettere aperte intendono “raggiungere e raccogliere i critici del cammino sinodale. Lei ha tutti i diritti per farlo”. Ma Bätzing segnala che “tra i firmatari c’erano anche persone disinformate sul reale processo di discussione del cammino sinodale e che nemmeno sapevano che io avevo risposto alla loro lettera e come”. Segno che, se la lettera dal Colorado è stata resa pubblica, non così è stato per la risposta tedesca: “È suo diritto, ma pone alcuni interrogativi sul suo approccio”, scrive Bätzing che segnala anche di essere a conoscenza del fatto che l’opinione di mons. Aquila “non sia affatto condivisa da tutti i fedeli e dai vescovi, anche nella Chiesa negli Stati Uniti”.
“Tuttavia, prendo sul serio le vostre obiezioni, perché indicano preoccupazione”, si legge ancora, e mostrano che “anche noi nella Chiesa cattolica mondiale viviamo in una situazione del tutto plurale di mondi di vita e valutazioni teologiche differenti”. Serve “scambio, dialogo critico e una nuova comprensione e comunicazione reciproca”, sulla base “di ciò che appartiene all’eredità immutabile rivelata della fede della Chiesa”. È per questo che al Sinodo mondiale sulla sinodalità “tutti dovrebbero poter partecipare, dire la propria e contribuire con le proprie opinioni”. Bätzing conclude ricordando che tutte le assemblee sinodali sono totalmente pubbliche così come le bozze e i documenti adottati, per “amore di trasparenza”.