“Per il Santo Padre Francesco l’inquietudine come motore educativo è un aspetto importante della pedagogia, perché l’educazione serve a inquietare, non ad addomesticare”. Lo ha detto questo pomeriggio padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà cattolica, aprendo a Reggio Calabria il convegno “Il rischio educativo. L’educazione: una scommessa sulla libertà”, organizzato dall’Ufficio Irc Calabria e a conclusione del percorso “La comunicazione creativa dell’insegnante di religione cattolica”. “Spesso le agenzie educative si pongono a domande che nessuno si pone – ha detto padre Spadaro –. Con internet viviamo in un mondo di risposte, ma il discernimento è riuscire a capire le domande giuste. Il compito educativo non è rispondere alle domande dei giovani ma – visto che hanno già Facebook e Google a dare le risposte – educare è aiutarli a porsi le domande giuste”. Il direttore de La Civiltà Cattolica – richiamando ancora il pensiero di papa Francesco – ha sottolineato che “il compito delle scuole cattoliche è quello di accogliere le istanze personali e le inquietudini”. “Non frenare l’inquietudine – ha proseguito – significa permettere agli studenti di esprimere il loro potenziale”. Riguardo al “cambiamento antropologico”, per il quale “gli uomini e le donne si interpretano rispetto al loro passato”, per padre Spadaro “il compito educativo non è mettere la testa sotto e immaginare che i problemi non esistano, ma guardare alla realtà dei fatti, perché rischio educativo e rischio antropologico vanno insieme”. Difatti – ha concluso – “non dobbiamo inabissarci nel vortice delle paure, ma di immergerci nella nostra umanità”.
“Questa di oggi è una tappa importante del cammino formativo degli insegnanti di religione cattolica calabresi. Gli insegnanti hanno una grande sfida e responsabilità, ma anche un’avventura straordinaria”, ha detto Andrea Monda, direttore de L’Osservatore Romano, che ha moderato l’incontro.