“Gli insegnanti di religione vivono spesso una situazione di frontiera, perché hanno a che fare con le diverse dimensioni dell’umano, anche con i drammi e le ferite della famiglia e della società”. Lo ha detto questo pomeriggio mons. Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, concludendo in cattedrale il convegno “Il rischio educativo. L’educazione: una scommessa sulla libertà”, organizzato dall’Ufficio Irc Calabria e a conclusione del percorso “La comunicazione creativa dell’insegnante di religione cattolica”. “Voi insegnanti di religione – ha detto mons. Morrone – siete presenza viva, vicinanza, perché attraverso voi i ragazzi si sentono ascoltati e compresi. Al di là di quello che potete insegnare, parlate al cuore, volgete lo sguardo, anche alle diversità, tenete il silenzio, date la carezza. Non insegnate solo religione, ma date uno stile di vita”. Per questo “è opportuno favorire le domande ma al tempo stesso dare una rampa, facilitare il percorso, in una rete basata sulla fiducia”. Per questo “dobbiamo dare fiducia ai nostri ragazzi, perché quando diamo fiducia impariamo insegnando”. Nel tempo “della cultura in cambiamento”, infatti, per mons. Morrone “dobbiamo cogliere i nuovi linguaggi, cercare di comprendere cosa ci dicono i ragazzi, fare discernimento: questa è una sfida e una opportunità”.