“La famiglia esiste nel mondo e per il mondo dove sviluppa le sue peculiarità. I legami affettivi e la coabitazione per la crescita personale di ogni famiglia fallirebbero se la famiglia soccombesse al modello borghese, limitato al livello privato”. A dirlo è Maria Chiara Bingemer, docente della Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro, intervenuta al convegno sulla esortazione apostolica Amoris Laetitia, in corso oggi a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana. La docente ricorda i fenomeni che interessano oggi il Brasile: “In America Latina la violenza contro le donne è aumentata esponenzialmente con la pandemia e i figli hanno dovuto assistere e convivere con tutto questo. C’è poi pochissima apertura alla omosessualità che porta nelle famiglie intolleranza e rifiuto”. Altro fatto ricordato da Bingemer è la presenza nel Paese del sincretismo religioso “che non manca di avere un impatto sulle famiglie”. “Il cattolicesimo – rileva – non si presenta più con una posizione maggioritaria e perde fedeli. In questo contesto c’è l’urgenza di affrontare i problemi. La vita morale non è mai un’avventura solitaria ma collettiva quindi bisogna aprire orecchie e occhi”. In Brasile è in atto uno “scisma bianco”, sostiene la docente. “Le coppie che usano mezzi contraccettivi artificiali sono stanche di aspettare. Vorrebbero partecipare alla vita attiva della Chiesa ma si stancano. Penso che nella Chiesa accada che si parta dal basso per cambiare in alto. Credo che si creino delle situazioni che apriranno delle brecce per arrivare più lontano”. Sulla sessualità la professoressa dice che “deve essere vissuta come un dinamismo essenziale della vita”. E in conclusione sostiene che la “Chiesa non è chiamata a essere un giudice ma a presentare l’amore profondo. L’umanizzazione della sessualità è un obiettivo da perseguire con la grazia e il dialogo è fondamentale”.