Erano presenti, stamani, a Roma per salutare il Papa e chiedere aiuto, un qualsiasi tipo di aiuto, per i loro mariti asserragliati con centinaia di altri civili nella Azovastal, l’acciaieria di Mariupol divenuta da settimane campo di scontro ed epicentro del dramma del conflitto in Ucraina. Katheryna Prokopenko e Yulya Fedosiuk, mogli di due comandanti del Battaglione Azov, hanno partecipato all’udienza generale in Piazza San Pietro e, al termine, hanno potuto incontrare brevemente il Papa durante il “baciamano”. Un momento fugace, durato pochi minuti, che però le due donne descrivono come “un momento storico” ai giornalisti che incontrano in Piazza San Pietro subito dopo l’udienza – riporta Vatican News -.
A Francesco le due giovani ucraine dicono di aver parlato in inglese descrivendo nel dettaglio la situazione nella Azvostal, dove circa 700 dei soldati sono feriti, con arti in cancrena o amputati. Molti, secondo il racconto delle due donne, sono morti e non hanno ricevuto sepoltura secondo la tradizione cristiana. Oltre ai militari, le ragazze affermano che sono presenti nel sottosuolo dell’acciaieria ancora molti civili, principalmente famiglie dei soldati che hanno paura di essere evacuati. Il timore è che i loro mariti vengano torturati e uccisi. Al Papa, Katheryna e Yulya hanno quindi chiesto aiuto perché nell’immediato si riescano a realizzare dei corridoi umanitari per evacuare gli ultimi rimasti. Il Pontefice ha assicurato loro preghiere e stretto la mano alle due donne. Loro hanno insistito perché il Papa compia un viaggio in Ucraina, a Zaporizhzhia, o magari di parlare con Putin e trovare una mediazione che porti alla fine di questa guerra “crudele”.