Dopo le devastazioni causate dalla Xylella portata dalla mosca sputacchina arriva l’invasione del Bostrico tipografico, l’insetto killer del legno che ha già colpito 14 milioni di alberi e mette a rischio il bosco italiano soprattutto della fascia alpina. È l’allarme lanciato da Coldiretti e Federforeste in occasione della prima Giornata internazionale della salute delle piante proclamata dalla Fao con parassiti e malattie delle piante che causano fino al 40% delle perdite nei raccolti agricoli. La rapida avanzata del parassita killer, l’Ips typographus, che infetta gli abeti indeboliti dagli effetti dei cambiamenti climatici – spiega Coldiretti – rappresenta una vera e propria pandemia delle piante che, al contrario di quello che succede con il Covid, prende forza mano a mano che si alzano le temperature e l’insetto “mangia tronchi” esce allo scoperto facendo strage di alberi. Da proteggere – sottolinea Coldiretti – c’è tutto un ecosistema forestale, con un grande patrimonio di biodiversità e una strategica capacità di assorbire Co2 e mitigare i cambiamenti climatici, che integra attività umane tradizionali che vanno dalla raccolta dei tartufi e dei piccoli frutti alla ricerca dei funghi, dall’ecoturismo fino alla gestione del legname, azione fondamentale per la salute del bosco. “In Italia – evidenzia Coldiretti – ci sono oltre 11 milioni di ettari di foreste molto vulnerabili perché è mancata l’opera di prevenzione a causa dell’incuria e dell’abbandono, diventando spesso vere giungle ingovernabili”. Per difendere il bosco italiano, continua la Coldiretti, “occorre creare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli”.
“Sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione europea con frontiere colabrodo che – denuncia Prandini– che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni”.